Sono passati tre anni dall’avvio della raccolta differenziata porta a porta e non possiamo che tornare sull’argomento per sollevare alcune delle criticità presenti al momento.
Ricordiamo che tale cambio nel metodo di raccolta aveva diversi obiettivi:
– il primo, quello ambientale, di aumentare in maniera piuttosto decisa le percentuali di riciclo, visto che con la raccolta stradale Civitavecchia si fermava ad un misero 10% di raccolta differenziata;
– il secondo, quello normativo. Civitavecchia ora è ampiamente sopra ai parametri minimi indicati dall’Europa e dalla Regione Lazio per la differenziazione del rifiuto;
– il terzo, quello economico. L’amministrazione comunale ora risparmia cifre notevoli grazie ai minori costi di conferimento in discarica dovuti alla drastica diminuzione della percentuale di rifiuto indifferenziato, l’aspetto più costoso per quanto riguarda la TARI. Inoltre il cambio di servizio ha fatto emergere un cospicuo numero di utenze “fantasma”;
– il quarto, quello del decoro. A Civitavecchia non ci sono più i cassonetti strabordanti che, specie in estate, oltre ad essere davvero brutti da vedere erano anche motivo di scarsa igiene.

Nei primi mesi dall’avviamento, sotto la nostra amministrazione, Civitavecchia era arrivata al 75% di rifiuto differenziato e con una qualità della plastica raccolta definita eccellente, con le dovute ricadute, in positivo, che questo comporta. Certo non era tutto perfetto e sicuramente alcuni accorgimenti andavamo presi per sistemare dei dettagli ma il grosso del lavoro era stato fatto, e bene.
A 3 anni di distanza con nostro grande rammarico invece di andare avanti siamo andati indietro:
– la percentuale di differenziazione invece di aumentare, è diminuita, di circa il 10%;
– la qualità della plastica è calata, con le ripercussioni economiche in negativo che questo comporta. Doveroso ricordare che fu eliminato da questa amministrazione un giorno di ritiro settimanale della plastica per introdurre i fallimentari “sabati di raccolta itinerante”;
– i lavoratori interinali, che dovevano essere assunti solo per pochi mesi in attesa di calibrare il servizio per poi passare ad assunzioni stabili ed in seguito a regolare bando pubblico, stanno ancora lì, nonostante la legge ne preveda obbligatoriamente un carattere estremamente provvisorio;
– i mezzi acquistati con fondi extracomunali pubblici sono fermi in magazzino, ma paghiamo l’affitto per altri mezzi;
– di ispettori ambientali o in generale di un controllo sul corretto conferimento non c’è traccia, con le negative conseguenze che questo comporta;
– la campagna comunicativa è stata interrotta, per poi essere ripresa in questi ultimi mesi con una debole e poco producente campagna social, quando è ben evidente che chi ha più difficoltà a comprendere i dettagli del servizio andrebbe raggiunto in altra maniera;
– il controllo sull’evasione si è fermato e le utenze fantasma sono ancora lì al loro posto.

A 3 anni di distanza possiamo ribadire con fermezza che il passaggio alla raccolta differenziata porta a porta è stato un avanzare di civiltà: d’altronde è il metodo che la maggior parte dei Comuni usa, anche nel nostro comprensorio. Dobbiamo però amaramente constatare che non solo in questo settore non si sono fatti passi in avanti ma bensì si sono registrati pericolosi e costanti peggioramenti.

Gruppo consiliare M5S

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