“Il Rapporto PMI Centro-Nord 2017, elaborato da Confindustria e Cerved, offre interessanti spunti di riflessione consentendoci di poter confrontare il Lazio con le altre grandi regioni che contribuiscono in modo significativo allo sviluppo del Paese – ha dichiarato Filippo Tortoriello Presidente di Unindustria a margine della Presentazione del Rapporto, che si è tenuta oggi presso Assolombarda – Il rapporto pur non fotografando l’economia regionale nel suo complesso, ci offre molti spunti su quella fascia di imprese che richiede probabilmente maggiore attenzione; aziende che sono una parte determinante del PIL laziale, ma ancora non decisiva come per le regioni del nord. Le PMI laziali producono poco più del 9% del valore aggiunto della regione, mentre in Lombardia e Veneto, questa percentuale è superiore al 18%, in Emilia Romagna si attesta al 15,7% ed in Piemonte al 14%. Una differenza sostanziale che rende bene l’idea della diversità dell’assetto produttivo di questi territori per quanto riguarda la struttura dimensionale delle imprese.

IL Pil nominale nella nostra regione è al secondo posto in termini di contributo alla creazione della ricchezza nazionale, pari all’11,1%, ma è ancora distante dalla Lombardia (21,9%) e molto vicina ai valori del Veneto (9,2%) ed Emilia Romagna (9,1%).
Se ci concentriamo sugli ultimi bilanci alcuni segnali positivi ci sono – prosegue Tortoriello – le PMI laziali mostrano spesso dei progressi, come la crescita dei ricavi, il rafforzamento patrimoniale, i tempi di pagamento, gli investimenti, ma non tali da allinearle ai trend del Nord-Est e del Nord-Ovest, né da compensare la distruzione di ricchezza avvenuta durante gli anni più duri della crisi.

Per aumentare il potenziale delle pmi laziali un’ associazione come la nostra può e deve intervenire, favorendo la connessione con le grandi imprese, elemento determinante per la crescita dei nuovi business, investendo certamente ancora sul tema di  Industria 4.0 che costituisce certamente una prospettiva concreta di sviluppo. In questa logica si inserisce l’accordo quadro che Unindustria ha siglato il 31 marzo con le tre principali università della Regione (Sapienza, Tor Vergata e Roma tre) e che prevede la partecipazione delle altre Università del territorio proprio per creare un ponte più concreto tra impresa e mondo della ricerca soprattutto sui temi della trasformazione digitale. Il Lazio – ha concluso Tortoriello – nonostante abbia un evidente problema di pressione fiscale, tra le più alte d’Italia, rimane pur sempre una regione con grandi vocazioni imprenditoriali ed eccellenze territoriali uniche nel panorama nazionale e non solo. Siamo certi che per dare slancio alla ripresa della Regione, occorre innanzitutto restituire un ruolo propulsivo alla Capitale,  che al momento non rispetta gli standard infrastrutturali e di servizi al pari delle metropoli europee, mettendo in piedi un grande progetto di pianificazione,  in cui tutti gli attori privati, di ogni categoria produttiva e di servizi, siano coinvolti, con l’obiettivo di guardare oggi alla città del 2030”.

 

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