Rendicontazione spese campagna elettorale. Grasso: “Serve un emendamento alla legge elettorale sulle maxi sanzioni ai candidati”

Grasso (La Svolta): “Serve un emendamento alla legge elettorale sulle maxi sanzioni ai candidati ai consigli comunali per vizi nelle rendicontazioni delle spese”.
Sulle decine di diffide a presentare la rendicontazione delle spese sostenute per la campagna elettorale stanno arrivando in questi giorni ai candidati al Consiglio Comunale di Civitavecchia delle elezioni del 2014, interviene il capogruppo della Svolta Massimiliano Grasso, che già nei mesi scorsi segnalò il problema.

“Si tratta – spiega il capogruppo della Svolta Massimiliano Grasso – di una situazione determinata dai primi casi di applicazione della nuova norma sulle spese elettorali, la legge 96 del 2012 che mette insieme disposizioni relative alle candidature al Parlamento con quelle dei Comuni con più di 15.000 abitanti. Nel caso delle sanzioni, ad esempio, si applica la legge 515 del 1993, che era appunto riservata a Camera e Senato. Mi pare che si tratti di multe del tutto sproporzionate per un candidato alla carica di consigliere comunale, che spesso si mette in lista per puro spirito di servizio o di appartenenza a un partito o un movimento. Questa situazione rischia di diventare un ulteriore disincentivo a partecipare attivamente alla politica ed alla vita istituzionale. Già oggi è difficile trovare persone disposte a mettersi in lista, di fronte alla prospettiva di essere multati per importi che in molti non guadagnano neppure in un anno di lavoro, senza aver fatto nulla di male, se non aver dimenticato di inviare un modello in cui si dichiara di non aver speso nulla, c’è il rischio concreto di allontanare ancora di più i cittadini dalla politica e dalle istituzioni”.

“Peraltro – prosegue Grasso – si tratta di controlli e dichiarazioni per certi versi ridondanti, visto che ad esempio nel mio caso di candidato a sindaco, avevo già trasmesso alla Corte dei Conti, che ha chiuso il procedimento senza trovare irregolarità per nessuno, le dichiarazioni delle spese sostenute come candidato a sindaco e dalle liste che mi sostenevano, per tutta la coalizione. La stessa documentazione era stata inviata anche alla Corte d’Appello che ora però, applicando alla lettera la norma, sta richiedendo le dichiarazioni ad ogni singolo candidato. Un lavoro duplicato, che sta costando migliaia di euro di notifiche e di tempo e lavoro degli addetti della Corte d’Appello, che non farà altro, alla fine che compiere lo stesso lavoro già svolto dalla Corte dei Conti. Altro che semplificazione. Per questo ho già contattato il senatore Andrea Augello chiedendogli  di attivarsi presso la commissione Affari Istituzionali di Palazzo Madama e di presentare un emendamento alla prossima legge elettorale, che presto dovrebbe andare in discussione alle camere, ed invito tutte le altre forze politiche a fare altrettanto per ridimensionare le sanzioni rispetto al tipo di candidatura ed evitare di duplicare costi e lavoro per gli organi di controllo. Bisognerà inoltre studiare anche la possibilità di una sanatoria per le sanzioni che sono già state comminate”.

Per quanto riguarda le diffide, è sufficiente rispondere con una semplice PEC o una raccomandata, firmando un modulo che si scarica dal sito www.giustizia.lazio.it e allegando un documento di identità. E’ essenziale farlo entro quindici giorni dalla notifica dell’atto.