“La situazione dei rifiuti a Roma sta assumendo i contorni di una commedia grottesca che purtroppo non fa ridere. Siamo di fronte a quella che potrebbe diventare una crisi davvero senza precedenti. Il problema nasce da lontano con scelte spesso miopi come gli imperdonabili ritardi nell’avvio della raccolta differenziata porta a porta e il ricorso sistematico alla discarica come soluzione di chiusura del ciclo. Mai, però, la situazione era stata così critica come in questi mesi. Perché? L’assenza di qualsiasi politica di gestione efficiente dei rifiuti si riscontra in un dato agghiacciante. Il cittadino romano produce in media ogni anno circa 600 kg di rifiuti, oltre 100 in più rispetto al quantitativo medio italiano. E il fatto che la raccolta differenziata sia bloccata intorno al 40% ormai da anni, fa sì che la gran parte di questo rifiuto debba essere smaltito come rifiuto indifferenziato. Si tratta di circa 5000 tonnellate al giorno, produzione totale della città di Roma, che devono essere trattati in impianti TMB che sono solo lontanamente parenti di qualcosa ecologicamente sostenibile. Perché se da una parte stabilizzano biologicamente e separano meccanicamente il rifiuto, dall’altra ciò che viene prodotto da questi impianti è comunque rifiuto che deve essere smaltito in discariche o inceneritori. Certo è che se non si attua una differenziata che porti a un dignitoso livello di separazione delle frazioni, il ricorso agli impianti TMB è indispensabile. Per ovviare a tale problematica, fino a due mesi fa, circa 70.000 tonnellate l’anno di rifiuti indifferenziati romani venivano inviati in Austria. Dopo la fine di questo accordo Zingaretti ha trovato una sinergia col suo omologo dell’Emilia Romagna Bonaccini, su esplicita richiesta dell’AMA, per portare proprio in Emilia i rifiuti romani. Sinergia che non si è concretizzata per il dietrofront della Raggi. Politicamente, essendo sotto elezioni, per i 5 stelle era inaccettabile risolvere un problema così grave nella Capitale d’Italia solo grazie all’intervento del Presidente Regionale PD. In tutto ciò la Sindaca Raggi, anziché prospettare un progetto per uscire da questa situazione, continua ad addossare le colpe al PD regionale per il mancato varo del Piano regionale dei rifiuti. Va ricordato alla Raggi, però,  che  nessuna amministrazione regionale può decidere arbitrariamente di costruire un impianto TMB, un impianto di compostaggio, una discarica nei confini di un territorio comunale, ovvero esattamente quello che serve alla città di Roma, senza precise e dettagliate indicazioni dei Sindaci e delle province. Esattamente, cioè, quello che la Regione Lazio, dopo numerosi solleciti formali, attende dalla Raggi da oltre un anno. Naturalmente senza risposta alcuna da parte della Sindaca. Ma davvero una soluzione non esiste, come vogliono farci credere i 5 stelle? La soluzione esiste, eccome. Sono gli ecodistretti. Distretti di 400/500 mila cittadini in cui internalizzare ogni fase della gestione dei rifiuti solidi urbani, avviandoli a recupero in una rete di impianti pubblici, restituendo ai cittadini le risorse generate dal recupero e dal riciclo dei materiali sottratti a discarica e incenerimento. In altri termini, ogni distretto diverrebbe autosufficiente nella gestione dei rifiuti con impianti di compostaggio, riciclo e riuso destinati esclusivamente al trattamento dei rifiuti prodotti all’interno del distretto. E anche la residua frazione indifferenziata potrebbe essere ulteriormente trattata per effettuare un recupero ex post riducendo davvero al minimo la quantità da smaltire in discarica o da incenerire.
Oltre a una città pulita e a una diminuzione della Tariffa, si supererebbero anche gli impianti TMB che ogni tanto la Raggi ci ripropone come soluzione”. Così in una nota Luca Andreassi, professore di Ingegneria dell’Università Tor Vergata, delegato ai rifiuti del comune di Albano Laziale e segretario organizzativo del PD provinciale.

 

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