“Prosegue l’atteggiamento arrogante da parte della Regione Lazio che sul fronte rifiuti ignora qualsiasi parere sanitario, ambientalistico, archeologico e sociale e va dritta per la sua strada imponendo scelte unilaterali senza rispetto per i territori. E’ il caso del biodigestore di Civitavecchia, approvato in conferenza dei servizi nonostante tutti i no da parte di Asl Roma 4, Soprintendenza, sindaci, comuni e associazioni di cittadini. Bene ha fatto il sindaco Tedesco, che si è appellato anche al regio decreto, a far mettere a verbale tutta l’assoluta contrarietà dell’amministrazione a una scelta che, se verrà confermata, porterà nell’impianto di trattamento civitavecchiese 120mila tonnellate di rifiuti, pari a 20 volte l’equivalente della sua produzione di immondizia, con un traffico di decine di tir al giorno. E’ lampante, in ciò che è successo, la responsabilità della Regione targata Pd, che, proprio come sta accadendo a Magliano Romano, va avanti come un treno contro ogni logica se non quella di natura economica. Gli studi epidemiologici dimostrano inequivocabilmente che la popolazione di Civitavecchia e dintorni, che ha già dato in termini di sopportazione ambientale, non può sostenere ulteriori forme di inquinamento. Dove sono finiti i tanto osannati principi di prossimità e autosufficienza inseriti nel Piano Rifiuti della Regione Lazio, visto che è bastato un sinistro colpo di spugna in conferenza dei servizi per cancellare ogni passo avanti sul buonsenso? Alla vigilia della ‘carbon exit’ in tutta Europa, si rischia di trasformare questo territorio in una pattumiera. E questo decisamente non lo possiamo permettere.”
Così in una nota il consigliere regionale della Lega, Daniele Giannini, membro della commissione Sanità.