I presidi avvertono: a Roma rischiamo di chiudere le scuole a causa dei rifiuti. L’ordine dei medici aggiunge: siamo alla vigilia di un’emergenza sanitaria, con la spazzatura che resta sui marciapiedi. Ci sono dieci giorni per evitare il caos, visto che il 14 ottobre scade l’ordinanza regionale che obbliga tutti gli impianti del Lazio a farsi carico dei rifiuti romani. Già oggi l’unico tmb di Ama, a Rocca Cencia, è allo stremo, mentre la municipalizzata è allo sbando, affidata dalla sindaca Raggi a un attivista M5S che non conosce l’azienda e che non si è mai occupato di rifiuti.
Ieri il nuovo amministratore unico dell’Ama, Stefano Zaghis, fedelissimo del Movimento 5Stelle voluto dalla Raggi per guidare un’azienda con quasi ottomila dipendenti, ha spiegato che «la priorità ora è pulire la città». Non proprio una idea rivoluzionaria, anche perché è da tre anni che i romani si aspettano questo risultato dall’amministrazione Raggi di cui Zaghis è espressione. Ma la situazione è destinata a peggiorare fin dalle prossime settimane, il piano che il vecchio Cda, costretto a dimettesi, aveva messo in campo per uscire dalla fase di criticità è stato fermato. «Ci hanno lasciati soli, così è impossibile lavorare» hanno spiegato Paolo Longoni e Luisa Melara, ex ad ed ex presidente dell’Ama. Ieri parlando a RadioRadio, la dirigente della Direzione rifiuti di Roma Capitale, Laura D’Aprile, ha replicato: «Non c’è stato alcun tipo di abbandono».
Abbandonati per strada sono i rifiuti a Roma e con l’Ama allo sbando c’è il timore che si ripeta la grande crisi vissuta a giugno e luglio. «A Roma si rischia l’emergenza sanitaria per i rifiuti» dicono Antonio Magi e Pierluigi Bartoletti, presidente e vice presidente dell’Ordine provinciale dei medici-chirurghi e degli odontoiatri (Omceo) di Roma. «Occorre evitare che in breve tempo si creino nella Capitale cumuli di immondizia in ogni strada, nei pressi di scuole, ospedali, luoghi pubblici e che un simile degrado diventi attrattivo per gli animali». Non c’è tempo da perdere, il caos in cui versa l’Ama con le ennesime dimissioni dell’ennesimo Consiglio d’Amministrazione e la nomina di un nuovo responsabile preoccupa l’Ordine dei medici di Roma e provincia che continua a monitorare costantemente la situazione. La raccolta dei rifiuti nella Capitale d’Italia si regge, e male, su un fragilissimo equilibrio basato principalmente sulla buona volontà delle Regioni vicine ad accogliere, seppur a caro prezzo, i nostri residui. Non c’è spazio dunque per improvvisi blackout del ciclo di raccolta e smaltimento».
C’è un altro punto di vista, quello dei presidi delle scuole romane che addirittura ventilano l’ipotesi della sospensione delle lezioni a causa delle montagne di spazzatura sui marciapiedi. «Come segnalato da molti presidi di istituti comprensivi e scuole superiori romane, sia in zone centrali della città sia in periferia la situazione dei rifiuti abbandonati presso gli edifici scolastici o all’interno dei cortili sta aggravandosi di giorno in giorno» si legge in una nota dell’Associazione nazionale presidi di Roma. «Qualora non venga preso in attenta considerazione organizzativa l’appello dei medici e delle scuole chiediamo che ogni Asl di zona si attivi per verificare lo stato igienico-ambientale ed eventualmente proceda alla richiesta di chiusura degli istituti. Ci associamo all’appello dell’ordine dei Medici affinché venga risolta al più presto una situazione di degrado e di pericolosità che mette a repentaglio la salute».
Fonte il Messeggero