Cinque persone finite nella rete degli agenti coordinati dalla dottoressa Lorenza Ripamonti.
CIVITAVECCHIA – Tre terreni di campagna posti sotto sequestro, quattro persone denunciate a piede libero e per una quinta, già sottoposta a misure cautelari dall’autorità giudiziaria di Palermo, chiesta ed ottenuta la revoca dell’affidamento ai servizi sociali con ripristino della pena detentiva. È questo l’esito dell’indagine che è stata portata a termine in questi giorni dal personale della Squadra di Polizia Giudiziaria dell’Ufficio di Polizia di Frontiera di Civitavecchia diretto dalla dottoressa Lorenza Ripamonti, con la collaborazione del nucleo forestale dell’Arma dei Carabinieri.
L’indagine è partita da una segnalazione di una nota società specializzata in recupero di veicoli rubati tramite apparecchiature radio trasmittenti: gli inquirenti, passo dopo passo, sono arrivati alla scoperta dei tre terreni utilizzati per le autodemolizioni di auto. In particolare, in due di questi sono stati rinvenuti rifiuti tossici e pericolosi, un allaccio irregolare ad un traliccio dell’Enel che consentiva il furto di energia elettrica, diverse costruzioni abusive adibite a capannoni ed alloggi nonché appunto autovetture smembrate di provenienza furtiva.
Inoltre i lavoratori impiegati nelle aree, due pluripregiudicati italiani ed alcuni stranieri, di cui uno sprovvisto di permesso di soggiorno, non avevano alcun contratto regolare.
I reati di cui dovranno rispondere tutte le persone coinvolte nell’inchiesta sono attività di gestione di rifiuti tossici non autorizzata, sfruttamento del lavoro nero, inquinamento ambientale, furto aggravato di energia elettrica, abuso edilizio, scarico abusivo di acque reflue al suolo. Le aree oggetto di indagine sono state sequestrate ed è stato imposto ai responsabili l’obbligo di bonifica delle stesse, nonché rilevanti pene pecuniarie, mentre per lo straniero irregolare è scattato il provvedimento di espulsione