#RisorgiamoItalia, la protesta dei ristoratori parte da Viterbo: “Chiudiamo e consegniamo le chiavi a Conte”
VITERBO – Nato su fb da qualche ora il gruppo “Ho.re.ca.Unita”, settore che racchiude ristoratori, chef e imprenditori dell’enogastronomia italiana, si sta organizzando per i danni irreversibili e i costi non più sostenibili causati dalle misure di contenimento del Covid-19.
L’ Idea è partita dal ristoratore viterbese Paolo Bianchini l’imprenditore David Ranucci, ristoratore trapiantato a Milano, Movimento Impresa Puglia, Ristoratori Toscani e associazione Gruppo Piccola Napoli, che hanno ideato la manifestazione Risorgiamo Italia: “Diversi movimenti di ristoratori, si stavano muovendo con proteste e azioni autonome, noi abbiamo proposto di coordinare la cosa a livello nazionale e istituire il flash mob #RisorgiamoItalia, che si svolgerà il 28 aprile alle 21 in tutta Italia, con l’ accensione delle insegne o del locale, luci che accenderemo per l’ultima volta perché il giorno seguente, quindi il 29 aprile, andremo a consegnare le chiavi dei nostri locali ai sindaci delle rispettive città chiedendo loro in forma di solidarietà di consegnarle al premier Giuseppe Conte”, dichiara Paolo Bianchini.
Dopo quasi due mesi di chiusura forzata i ristoranti italiani alzeranno le saracinesche, apriranno le porte, accenderanno le luci e apparecchieranno un tavolo di fronte alle loro insegne. Una manifestazione che vuole riportare l’impresa del mangiare fuori casa (ristoranti, pizzerie, bar, gastronomie, gelaterie, pasticcerie) di cui molto poco si parla, all’attenzione di tutti, media e politici in primis, con l’obiettivo di accendere i riflettori e richiamare l’attenzione del Governo su un settore formato da oltre un milione e trecento lavoratori, che rischia di non riprendersi più.
Hanno aderito all’iniziativa anche gli agriturismi, con l’Istituto Italiano per lo Sviluppo Rurale e l’Agriturismo (ISVRA): “Nelle nostre aziende, camere, sale da pranzo e punti vendita dei prodotti agricoli sono fermi da due mesi. Il danno economico è già di circa 100 milioni di euro. In prospettiva possiamo ragionevolmente prevedere che non vedremo clienti per tutto il 2020. Nel 2021 la ripresa sarà lenta: avremo già un buon risultato se, superata l’epidemia, riusciremo a lavorare per metà del consueto”. Dichiara il presidente Mario Pusceddu .”Stiamo cercando – prosegue Pusceddu – di rilanciare la vendita diretta ricevendo gli ordini tramite internet e consegnando i prodotti a domicilio, ma per i ristoranti e gli alloggi agrituristici bisognerà solo aspettare tempi migliori. Se nel frattempo non arriveranno aiuti finanziari, molte aziende agricole, senza i proventi delle attività agrituristiche, rischiano di fallire”.La condizione di bar, ristoranti e pasticceri è ancora più critica visto che non hanno neppure, come gli agriturismi, il reddito della produzione agricola che, sia pure con difficoltà di reperimento della manodopera stagionale, prosegue.E’ dunque quanto mai urgente che il Governo, dopo il “Cura Italia”, emani uno specifico Decreto “Cura Turismo” a sostegno di un settore vitale per l’economia e il lavoro nel nostro Paese.