Dal “Comitato Puntone dei Rocchi” e dal movimento “In nome del Popolo inquinato” – “Da notizia giornalistiche apprendiamo che l’Area Metropolitana ha autorizzato l’aumento del numero di cremazioni giornaliere a l’impianto di cremazione di via Braccianese Claudia. La motivazione addotta è per andare incontro al tragico problema che si sta verificando al Nord.
Fino ad oggi, però, non risulta che il responsabile della Protezione Civile abbia mai dichiarato che tutti i forni crematori del nord e fino alla Toscana e Umbria-Marche siano al collasso. Risulta, sempre da notizie giornalistiche, che un portavoce dell’Altair o Tempio Crematorio Civitavecchia abbia dichiarato i forni che la predetta società gestisce a vario titolo e che risultano circa 17 sugli 83 operanti in Italia, essere al collasso. Questo può essere pur vero considerato che l’Altair è una eccellenza nel campo, ma ciò non vuol dire che anche tutti gli altri forni siano nelle stesse condizioni di operatività.
Per questo chiediamo che sia la Protezione Civile a decidere se trasferire quelle povere salme dal Nord per centinaia di kilometri fino da noi e non l’intervento di una parte in causa.
In questo tragico momento non è il caso di fare polemiche ma semplicemente di mantenere la ferrea regola che siano il responsabile della Protezione Civile o la Prefettura a prendere questi provvedimenti.
A maggior ragione si torna a chiedere la collocazione su l’edificio del crematorio di un segnale luminoso intermittente che informi quando l’impianto è in funzione e una manica a vento che permetta di individuare la direzione dei fumi, confidando comunque che venga sempre monitorata la qualità e quantità degli inquinanti emessi e i tempi di funzionamento compatibili con le caratteristiche tecniche di progetto delle apparecchiature in essere”.
Comitato Puntone dei Rocchi
In nome del Popolo Inquinato