(continua dalla scorsa edizione)
Altra manovra eseguita ai fini diagnostici, complementare al test di Ortolani, è la manovra di Barlow, che prevede una spinta assiale sul femore e un adduzione delle anche, praticando una leggera pressione con il pollice a livello del piccolo trocantere. Il test risulta positivo se si apprezza uno scatto in uscita dovuta alla sublussazione della testa femorale.
Vi sono una serie di segni clinici tardivi osservabili, quali:
- Atteggiamento in extra-rotazione degli arti inferiori
- Accorciamento dell’arto interessato
- Scrosci articolari
Inoltre il bambino quando inizia a deambulare in maniera autonoma esprime una serie di segni clinici ben identificabili:
- Segno di Trendelenburg, osservabile nelle lussazioni monolaterali. Ogni volta che il bambino carica sull’anca affetta dalla patologia, per l’insufficienza del muscolo gluteo medio, il bacino tende a cadere dalla parte opposta.
- Qualora si verificasse il caso di una lussazione bilaterale, il fenomeno di Trendelenburg si verifica in ambedue i lati, facendo sì che si verifichi un’andatura oscillante.
Terapia
La terapia della lussazione congenita di anca prevede metodiche conservative e chirurgiche. L’obiettivo è quello di centrare la testa del femore sulla cavità acetabolare, con il fine di permettere il completo sviluppo dell’articolazione. E’ fondamentale diagnosticare preventivamente la patologia, essendo il risultato raggiunto con la terapia strettamente dipendente all’età in cui viene intrapeso. Nei casi meno gravi il trattamento prevede un attento monitoraggio ecografico con l’utilizzo di eventuale tutori (Leopardi, Pavlick, Milgram, etc) forniti dal tecnico ortopedico e che permettono di mantenere l’anca in abduzione.
Nei casi più gravi che prevedono uno stato di sublussazione o lussazione completa si può ricorrere ad una riduzione incruenta in sedazione e il confezionamento di apparecchio gessato pelvi-podalico. Una marcata displasia del tetto cotiloideo può rendere necessaria, l’esecuzione di un intervento chirurgico che prevede un’osteotomia acetabolare ricostruttiva.
(continua nella prossima edizione)