Domenica la cerimonia di dedicazione, a 20 anni dalla costituzione della parrocchia. Lavori iniziati nel 2013. Il vescovo Ruzza e don Boccacci: «Uno dei passaggi più importanti per la comunità».
Dopo vent’anni di attesa la comunità parrocchiale di San Liborio, istituita l’11 luglio 2000 è pronta ad inaugurare la sua nuova chiesa. Il prefabbricato che dal 2004 ha rappresentato un punto di riferimento per l’intero quartiere, sopperendo anche a quelle carenze in termini di servizi e di spazi sociali a cui fa fronte da anni la zona periferica cittadina, lascerà il posto alla struttura che sarà dedicata domenica pomeriggio alle 17,30 durante la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Gianrico Ruzza. «Si tratta – ha spiegato il presule – di uno dei passaggi più importanti della vita di una comunità e una festa di compleanno per la diocesi tutta. Qui troveremo una casa per pregare ed un’identità da riscoprire».
Un momento ricco di forte significato ed un’occasione di ricarica, come spiegato dal parroco don Federico Boccacci, giovane e pieno di energia, che ha seguito passo passo tutto il lungo iter, fino anche a regalare due delle tre campane alla chiesa, dedicandole ai suoi genitori, venuti a mancare qualche anno fa. L’altra è stata realizzata con il contributo economico di Amedeo Girotti, figlio dell’ex capocantiere Mario e a cui è dedicata. Un percorso, quello per la realizzazione della chiesa, iniziato vent’anni fa, che ha avuto alcuni passaggi fondamentali.
«Nell’estate 2013 abbiamo iniziato con i carotaggi del terreno – ha spiegato don Federico – a dicembre è stata posta la prima pietra dal vescovo Marrucci, benedetta però già nel 2009 dall’allora vescovo Chenis: pietra che per quattro anni ha respirato il vissuto della nostra comunità parrocchiale, custodita nella nostra chiesetta. Con lo scheletro in cemento armato terminato, dopo un anno i lavori si sono bloccati per problemi economici, riprendendo poi a fine 2017. Un altro piccolo stop dovuto al Covid, poi siamo andati avanti fino ad oggi».
All’interno si stanno ultimando le ultime rifiniture. Ma la chiesa dedicata a San Liborio e San Vincenzo Maria Strambi è pronta ad accogliere la sua comunità. Pensata come un cubo con dentro incastonato un cilindro, fa sì che tutta l’attenzione venga catalizzata senza distrazioni sull’altare, dietro il quale si trova un’ampia vetrata in alabastro. Particolare il fonte battesimale posto all’ingresso della chiesa, che consente anche l’immersione. Dentro l’altare poi sono poste alcune reliquie di santi e martiri legati alla città: oltre a San Liborio e San Vincenzo Maria Strambi, Santa Fermina, San Cornelio Papa, Santa Severa, San Domenico, San Giovanni Bosco, Santa Costanza e San Giovanni XXIII.
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