ROMA – «Un incontro di fondamentale importanza, che segna di fatto il netto distacco tra il passato e il futuro della nostra Regione».
Sono Emanuela Mari e Marco Bertucci, candidati al Consiglio Regionale del Lazio con Fratelli d’Italia, a sottolineare il significato della riunione che si è tenuta tra i vertici dell’Ordine provinciale di Roma dei medici-chirurghi e degli odontoiatri, nella persona del presidente Antonio Magi, e il candidato alla presidenza del Lazio della coalizione di centrodestra Francesco Rocca.
«Importante perché a nostro parere sancisce la vicinanza del presidente e della coalizione tutta ad un mondo, quello della sanità, che è stato fagocitato dall’amministrazione Zingaretti in questi anni, e che di fatto è stato affossato: basta vedere quello che vivono giornalmente – spiegano Mari e Bertucci – i nostri cittadini negli ospedali e nei pronto soccorso della Regione».
Tanti i temi affrontati nell’incontro: personale, posti letto, liste d’attesa, sanità territoriale, naturalmente l’accesso ai pronto soccorso, telemedicina. «La nota dolente, sulla quale sarà senza dubbio necessario lavorare con attenzione e forza, è quella del personale, come ha confermato lo stesso presidente Magi. Non bastano – spiegano i due candidati – risorse per le strutture, che comunque mancano, ma dovranno essere predisposti anche investimenti su quello che l’Ordine definisce il capitale umano. Un incontro che conferma la sensibilità del nostro presidente Rocca sul tema della sanità, inserendo l’Ordine dei Medici, finalmente, in un costante processo di consultazione, fondamentale per fornire un servizio di alto livello ai cittadini». Sanità che è anche al centro della campagna elettorale del centrosinistra. «Il candidato presidente del centrosinistra ha più volte parlato, da assessore alla Sanità uscente, della costruzione di un modello più vicino ai cittadini: una definizione che è decisamente distante dai disagi che vivono quotidianamente i cittadini di praticamente tutte le Asl regionali, costretti peraltro a rivolgersi spesso alla sanità privata. Quello che emerge non è certamente il modello virtuoso di cui parla D’Amato, ma un piano della sanità regionale che andrà riveduto e corretto, e con assoluta urgenza: basta un giro in un ospedale per rendersi conto dello scollamento tra quanto dichiarano gli amministratori regionali uscenti e il vissuto quotidiano dei nostri concittadini», chiudono i due esponenti di Fratelli d’Italia Mari e Bertucci.