Dagli organi di stampa e dall’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale, abbiamo rilevato un punto che ci ha lasciato piuttosto sorpresi. A riguardo infatti, anche alcuni cittadini ci hanno contattato e si è fatta sentire anche una serie di importanti categorie come storici, intellettuali e aderenti a sodalizi poco abituati alla visibilità.
L’amministrazione comunale ha intenzione di intestare il Parco Saffi alla Resistenza, sollecitata probabilmente da alcune sue frange interne. Ora, non entriamo nel merito della decisione di intestare qualcosa a chi intendono loro, essendo probabilmente una questione da regolamento di conti interno, ma è pur vero, che qui si assiste ad una palese manifestazione di quella infezione da giunge da oltreoceano chiamata Cancel Culture.
Questa espressione infatti, ha perlopiù connotati negativi ed ha una tendenza estremizzante tesa a radicalizzare certe istanze. Si usa spesso contro figure pubbliche ma anche per aziende e film, opere d’ingegno del passato, come libri, sentite come portatrici di valori deprecati e talvolta offensivi, togliendole dal contesto in cui sono state ambientate o scritte. Si sono già registrati negli Stati Uniti e nel Regno Unito, numerosi episodi di iconoclastia volti a rimuovere statue, monumenti e intestazioni a vie o piazze, considerati simboli di un passato razzista e schiavista e non vorremmo che questa radicalizzazione culturale attecchisse anche qui. Soprattutto nei confronti di figure come Aurelio Saffi che rappresenta comunque uno dei padri della patria.
Facciamo dunque appello al Sindaco Tidei, affinché non intenda prestare il fianco a queste psicosi di massa, ricordandogli che è sempre il Sindaco di tutti i cittadini e che Aurelio Saffi è una figura che non può essere vilipesa in alcun modo. A meno che, non gli si intenda far pagare il fatto di chiamarsi Aurelio, seppur senza una H di mezzo.
Il direttivo del Centro Studi Aurhelio