Occorre dare la sveglia all’amministrazione Tidei che, a ridosso della stagione estiva, ancora sonnecchia in un pericoloso silenzio.
Dopo aver affrontato con leggerezza le fasi iniziali dell’emergenza e con piglio autoritario quelle della gestione della crisi, derivata dalla epidemia del Virus, siamo alla Fase 2. Il colpevole silenzio dell’amministrazione comunale su quello che dovrà accadere nella stagione estiva, risulta ancora più preoccupante degli strali lanciati contro i “romani” dal Sindaco e dai suoi accoliti, arroccati nelle capanne di legno sopra gli alberi. A seguito dei miopi dpcm e delle enigmatiche ordinanze sindacali emanate, Santa Marinella si troverà nella necessità di attrarre turisti e villeggianti obbligatoriamente da tutto il Lazio. La regione è popolata da circa sei milioni di persone e Roma, in particolare, da quasi 3 milioni e mezzo; la sua costa fruibile è di circa 315 chilometri ed essa, verrà inevitabilmente investita dal flusso di coloro che vorranno raggiungere il mare. È inspiegabile che ancora non sia stata lanciata una campagna pubblicitaria a tappeto (magari in collaborazione con tutti gli operatori del settore) per attrarre i cittadini romani e laziali. Una seria campagna di promozione con cui investire tutte le superfici possibili con uno slogan chiaro è inequivocabile: Santa Marinella: vicina, sicura e bella. La Perla del Tirreno da 120 anni.
Magari con cui ricoprire tutta Roma e tutto il Lazio. Con meno dello 0,2% di contagiati rappresenta un’isola felice. Già solo per i sopralluoghi degli eventuali interessati, potrebbe far ripartire economicamente la cittadina, nei fine settimana di maggio e giugno. È così difficile pensare a qualcosa del genere?
In più ci permettiamo di segnalare altre due questioni sulle quali ci pare che il Sindaco stia facendo il pesce in barile. La prima, riguarda la possibilità di far occupare lo spazio pubblico agli operatori commerciali, ristoranti e bar in FORMA GRATUITA, secondo un regime di equilibrio e sicurezza per i pedoni e la questione delle spiagge libere. Occorre dare una indicazione immediata in questa direzione, agli imprenditori, per fare in modo di farli organizzare. Poi per la questione delle spiagge libere. Non vorremmo che per risolvere un problema – quello della gestione della contrazione dei fatturati dei gestori degli stabilimenti – se ne creasse un altro, quello della impossibilità dell’accesso al mare alle categorie sociali meno abbienti. Se il Sindaco ha a cuore la salute dei cittadini predisponga i mezzi per risolvere il problema degli assembramenti, non estendendo gli spazi a pagamento. La crisi economica aggredirà le fasce sociali più deboli, già gravate da grosse difficoltà, negare anche la possibilità di un bagno o di accompagnare i bambini al mare sarebbe un delitto infame. Ci auguriamo non dover tornare su questo argomento, perché la battaglia si sposterebbe su altri piani.
Il Direttivo del Centro Studi Aurhelio