All’ultimo Consiglio comunale è approdato un provvedimento apparentemente volto a sanare la situazione della zona 167 di Santa Severa ma, come spesso accade con questa maggioranza, dietro agli annunci si nascondono intenzioni che mirano a favorire interessi a discapito del nostro territorio. 

Nelle pieghe della delibera si scopre, infatti, che il provvedimento non riguarda solo le case già costruite ma anche le future operazioni immobiliari che il Sindaco intende promuovere sui terreni limitrofi.

Spieghiamo: la Legge 167 disciplina i Piani per l’Edilizia Economica e Popolare con varie formule. Nel nostro caso, si tratta di edilizia convenzionata volta a facilitare l’acquisto della prima casa a chi non può permettersi di comprarla a prezzo di mercato.

Le legge prevede che un Ente pubblico metta a disposizione del costruttore il terreno su cui edificare cedendogli il cosiddetto “diritto di superficie”. L’imprenditore, quindi, non deve acquistare il terreno e questo costituisce un importante risparmio sull’impegno economico dell’opera. Inoltre, lo stesso imprenditore usufruisce di finanziamenti pubblici che rendono l’operazione ancora più vantaggiosa.

In funzione di queste facilitazioni e finanziamenti, gli enti pubblici stipulano una “convenzione” con il costruttore il quale si impegna a vendere le case edificate a un costo ridotto, il “prezzo massimo di acquisto”, solo agli aventi diritto, secondo le regole dettate dalla convenzione.

Chi compra una casa realizzata in “convenzione” non può rivenderla né affittarla a prezzo di mercato ma deve attenersi al prezzo di vendita o affitto stabiliti in convenzione e solo ad altri aventi diritto. La ragione è chiara: se un ente mette a mia disposizione risorse pubbliche (terreno e finanziamenti) per permettermi di acquistare una casa pagandola meno, io non posso specularci sopra, se la casa non mi serve più.

Purtroppo però nessuno controlla e il rispetto delle convenzioni è spesso venuto a mancare. Così le irregolarità, la superficialità durante gli atti, l’affarismo di alcuni e la mancata conoscenza delle regole di altri, si sono sommati a contenziosi tra Comune e Regione. A tutto questo corre in soccorso una Legge dello Stato che stabilisce che i proprietari delle case in zona Convenzionata 167, possono riscattare il valore della superfice a terra della propria abitazione e diventarne proprietari a tutti gli effetti. Sono quindi liberi di vendere o affittare al prezzo che ritengono opportuno senza alcun vincolo alla convenzione a suo tempo stipulata.

Come tutte le leggi “sanatorie” non è che sia giusta perché mette sullo stesso piano chi si è comportato correttamente e chi ha speculato su case su cui non avrebbe potuto farlo, senza andare troppo ad indagare. Perché, se si dovesse indagare, salterebbe fuori che molte responsabilità ricadono su chi avrebbe dovuto gestire i rapporti tra le parti e controllare la legalità dei comportamenti. Ossia il pubblico, che invece è il grande beneficiario di ogni sanatoria. Il pubblico infatti incassa.

Tuttavia, se il provvedimento avesse riguardato solo le case già costruite ci saremmo pure potuti stare.

Essendo contrari a nuovo consumo di suolo (in un comune in cui esistono centinaia di alloggi vuoti), a operazioni di sanatoria preventiva e a stabilire diritti di proprietà su terreni pubblici senza aver neanche valutato i contenuti delle convenzioni con chi costruirà, i Consiglieri comunali di opposizione hanno presentato un emendamento che chiedeva di approvare quanto previsto nella delibera ma “esclusivamente sulle aree e sui lotti già edificati alla data del presente atto”.

Cioè, se vogliamo risolvere il problema a chi è già in possesso di una casa in quella zona va bene. Se vogliamo sanare le inesattezze, le ingiustizie, le irregolarità che riguardano quelle aree va bene; ma se invece con questo provvedimento si vuole spianare la strada ad eventuali speculazioni e a ulteriori future irregolarità, questo no.

Questo modo di procedere ha tradito e continua a tradire gli obiettivi della legge sull’edilizia economica e popolare. Incentiva la realizzazione di nuove inutili costruzioni su terreni che invece potrebbero essere destinati al miglioramento della qualità dell’abitare e del vivere.

Siamo qui per risolvere i problemi non per crearne di nuovi a scapito del territorio, della giustizia sociale e della cultura della civile convivenza tra i cittadini.

Inutile dire che dopo un acceso dibattito la Maggioranza ha votato contro l’emendamento e si è approvata un provvedimento sbagliato perché iniquo e controproducente. Come al solito.

Il Paese che vorrei

image_pdfScarica articolo (pdf)image_printStampa articolo

Un pensiero su “Santa Marinella, il Paese che vorrei: “Zona 167, non ci facciamo prendere in giro dalla maggioranza””

Lascia un commento

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com