Le risponde del Sindaco di Santa Marinella, Pietro Tidei, alle accuse da parte dell’opposizione ed informa la cittadinanza sulle motivazioni del suo operato.

 

Sicuramente è dovuta alla fretta l’indicazione di me stesso e del Comune di Santa Marinella quale capofila di un’azione che riguarda le concessioni demaniali per la balneazione e le imprese turistico ricettive. Certamente l’attività e le iniziative di questo Comune sono state elogiate ed indicate come innovatrici e particolarmente riuscite. Per primi, grazie alla sagacia della mia squadra di governo ed all’indiscussa abilità della dirigenza comunale, abbiamo proposto un percorso di rinnovo delle concessioni che premiasse la costanza e l’operosità degli operatori balneari e la loro capacità di creare turismo attraverso i migliori investimenti. E questo esempio è diventato un modello di sviluppo oggi per tutti i comuni costieri del Lazio.

Chi non ha compreso questo è Bruno Ricci che si ostina a cercare ed a ragionare invece con schemi vetusti e non più rispondenti alle mutate condizioni economiche della Città di Santa Marinella. Tutti, lui per primo, fanno finta di dimenticare che il paradiso del bengodi è stato chiuso d’autorità, i soldi non ci sono più e questo a causa della vecchia gestione che non ha curato come avrebbe dovuto gli interessi della propria gente. Gente che oggi paga pegno. Certo, era possibile fare tutto, conservare la struttura dello stabilimento balneare comunale magari contraendo un mutuo per finanziare la sua manutenzione. Oggi questo non si può fare, ce lo impedisce la Legge. Ricci e i suoi fanno finta di dimenticare che c’è un dissesto finanziario. Dimenticano sicuramente, pur senza fare finta, che esistono dei responsabili politici del dissesto finanziario e questi non vengono mai tirati in ballo mentre si preferisce additare al ludibrio generale questa amministrazione fatta di persone forti e competenti che stanno continuando a gestire una barca che naviga a forza ridotta e che hanno il merito di non averla lasciata affondare. La mala fede è ancora più evidente quando questi signori nella loro blanda voglia di fare opposizione, dichiarano che il project financing equivarrebbe ad una privatizzazione del bene pubblico. Assolutamente sbagliato: con il project lo stabilimento rimane in mano al Comune e torna nella piena disponibilità della Città al termine del contratto, con tutti i lavori di riassetto e manutenzione che lo stato di dissesto ci impedisce di fare. Chi urla alla mancanza di decisione collettiva e di dibattito sulla questione project dimostra di non conoscere lo strumento di cui parla. Alla Giunta è riservata la scelta della proposta ma la decisione sull’affidamento la prenderà il Consiglio Comunale. La seduta, pubblica, di Consiglio sarà la giusta occasione per valutare assieme il progetto e decidere, democraticamente, se affidare o meno il contratto. Se poi a voi la democrazia non piace basta che ce lo facciate sapere.

Pietro Tidei

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