Tidei: «“Ognuno faccia la sua parte” e annuncia a fine estate gli Stati generali del Turismo».
SANTA MARINELLA – Il dato sulle presenze estive che emerge in due recenti servizi su S. Severa e S. Marinella del Corriere della Sera, sottolineato nella generalità delle interviste di balneari, agenzie immobiliari, ristoratori e commercianti è di quelli che non sorprendono, ma è comunque tale da indurre una attenta riflessione, dopo qualche verifica già avviata attraverso, ad esempio, il confronto, anno su anno, dei numeri del conferimento in discarica.
La causa è chiara: un calo della domanda, altamente prevedibile nella prima stagione completamente libera dal Covid, e il contemporaneo aumento speculativo dei prezzi dell’offerta, con la totale sottovalutazione della concorrenza, sia vicina che estera.
E’ venuto quindi il momento di valutare quali siano stati i reali effetti degli incentivi e delle agevolazioni concesse, compreso quelli che hanno di fatto gravato sulle casse della Comunità tutta.
Per i balneari, S. Marinella (caso unico) ha rinnovato le concessioni per dieci anni tramite gara aperta, superando sul nascere il pericolo della concorrenza estera aperto dalla Bolkestein.
L’Amministrazione ha così offerto la concreta possibilità di finanziare investimenti a dieci anni per migliorare i servizi di accoglienza in spiaggia.
Per due anni consecutivi gli arenili, inoltre, sono stati rinforzati da campagne di ripascimento e quest’estate, per il secondo anno, navette treno-mare collegano la stazione di Santa Severa al centro abitato, mentre a Santa Marinella sono stati ampliati e migliorati gli accessi alle spiagge libere rese più accoglienti e fruibili.
Sempre per favorire investimenti, inoltre, è stata portata a tre anni la concessione dello stabilimento della passeggiata.
Lo spirito imprenditoriale dei balneari, al dunque, è mancato, gli investimenti non ci sono stati ma non nella misura che era lecito attendersi.
Le spiagge sono rimaste quelle degli anni scorsi, ma per tutta risposta i prezzi sono aumentati fino a raggiungere i 60 euro al giorno per un ombrellone (mini) e due lettini. Un aumento generalizzato che ha riguardato in misura diversa un po’ tutti gli stabilimenti, oltretutto non più vincolati dl distanziamento Covid. Proprio questo aumento ha contribuito a trasferire masse di turisti, specie domenicali, in altri lidi.
Ma se il “domenicale” o il turista hanno potuto scegliere di dirigersi altrove, i residenti hanno pagato in pieno il prezzo dei rincari.
Ristoratori e esercizi commerciali in generale sono stati salvaguardati dall’aumento della Tari, la principale Tassa, malgrado non si sia registrato nessun sensibile miglioramento sulla differenziata. Anche dopo una nuova gara per l’affidamento del servizio, la Tari è rimasta la stessa, mentre nei Comuni vicini – anche turistici – la tassa sui rifiuti aumentava, a S. Marinella è rimasta invariata. Non è rimasto lo stesso, invece, il conto per il cliente anche se residente.
Ma l’esempio più evidente è forse quello dell’occupazione del suolo pubblico. Chiusa l’epoca del distanziamento, dopo aver incassato le agevolazioni messe in atto, gli esercenti hanno continuato ad usufruire degli extra-spazi che lo scorso anno sono serviti per fare extra-profitti. Gli aumenti sui listini di quest’anno, di tipo essenzialmente speculativo, anche in questo caso hanno colpito soprattutto i residenti.
La mancanza di spirito imprenditoriale della categoria (fortunatamente non mancano le eccezioni) è plasticamente rappresentato da qualche esempio di questi dehors-provvisori (vedi piazza Trieste) che evocano atmosfere campagnole, scorci agresti, gallinai per polli che razzolano anziché ospitali ambienti per clienti che di lì a poco pagheranno un conto sempre più salato.
Ma è tra i proprietari di seconde case che gli intenti speculativi sono stati ancora più evidenti, hanno ritoccato in alto i prezzi non accorgendosi che l’offerta di seconde case aumentava perché i proprietari stessi, nel frattempo, riscoprivano dopo tre anni (come tutti) il turismo all’estero.
Sono state proprio le case a registrare il calo maggiore di presenze, specie in luglio, ma meno in agosto quando un appartamentino (senza giardino) per una famiglia di tre persone a S. Severa arrivava a costare 3600 euro. A conti fatti con stabilimento (800 euro) e qualche cena fuori (una a settimana) il costo di un mese per quella famiglia raggiunge e supera i 6 mila euro.
Sembra quindi giunto dunque il momento di cambiare marcia.
A estate finita, chiamerò i rappresentanti delle varie categorie ad una riflessione comune, una sorta di Stati generali del turismo, per un’analisi serena, pacata ma anche sincera e approfondita della situazione. Anche perché con il 30 dicembre verranno meno tutte le agevolazioni previste per il suolo pubblico e gli extra-spazi ex Covid.
Santa Marinella e Santa Severa devono avere un aspetto più accogliente e decoroso, restituendo larghe fette dui suolo pubblico alla comunità, sbaraccando tutto a cominciare dagli esempi più evidenti e contro la norma, ma anche mettendo a punto piani di pulizia straordinaria, argomento fin qui affrontato con diverse iniziative speciali di raccolta che possono e devono diventare più attente e continue.
Un’altra iniziativa verrà presa nei confronti della Regione. Questa estate infatti sono clamorosamente venuti a mancare il Castello e i suoi eventi. A luglio, ma anche nella prima metà di agosto, il Castello è rimasto al buio – come se qualcuno non avesse pagato la bolletta – e non ci sono stati eventi serali malgrado le promesse della nuova amministrazione insediatasi in Regione.
La circostanza, come ricordavano alcuni commercianti di Santa Severa nell’intervista al Corriere, ha pesato moltissimo con un sensibile danno direttamente riscontrabile negli incassi della stagione.
Sono certo che sapremo trovare una strategia condivisa in grado di rilanciare le presenze turistiche e di conservare il posizionamento che S. Marinella merita in pieno per la sua storia passata e recente e per il potenziale turistico che indiscutibilmente possiede, ma che richiede uno sforzo collettivo a cominciare dalle categorie interessate, per affermarsi in pieno.