SANTA MARINELLA – Forse non tutti sanno che alcune delle centinaia di piante giunte in Italia durante la lunga storia di Roma sono autoctone delle Americhe e la loro presenza nel nostro Paese è antecedente il viaggio di Cristofero Colombo e la scoperta del Nuovo Mondo nel 1492.
E’ questo il tema del libro “Piante americane (e non solo) nella Roma Imperiale”, che sarà presentato venerdì 23 agosto alle ore 21:15 presso il cortile delle Barrozze all’interno del Castello di Santa Severa.
L’autore del saggio è Elio Cadelo, giornalista, capo redattore di Scienza e Ambiente del Giornale Radio Rai e divulgatore scientifico. Dialogherà con Cadelo il direttore del Museo del Mare e della Navigazione Antica, l’archeologo Flavio Enei.
L’appuntamento è parte del lungo programma di convegni e incontri organizzati dal Polo Museale in collaborazione con il Gatc (Gruppo archeologico del territorio cerite) ed è presente nel cartellone SantaMarinellaEstateCultura del Comune di Santa Marinella-Assessorato alla Cultura
Secondo gli studi condotti da Cadelo, la presenza nel mondo romano di piante di origine americana come mais, ananas, peperone, zucca, girasole e molte altre è ampiamente comprovata non solo da un gran numero di autori classici, ma è anche ben raffigurata in affreschi, mosaici, bassorilievi e statue esposte nei musei di tutta Europa. I Romani compirono numerosi viaggi per mare che li condussero fino in India e forse oltre. Erano viaggi molto rischiosi, che duravano anche due anni, prima della scoperta dei venti monsoni, che ridusse i viaggi a meno di un anno, incentivando le varie spedizioni alla ricerca di spezie e nuovi prodotti.
Il concetto di “biodiversità” è molto antico e in realtà si sviluppa in epoca lontana grazie all’ importazione di “piante aliene” da ogni dove, soprattutto dal Medio e dall’Estremo Oriente. Botanici, ornitologi, storici della civiltà romana, archeologi e personalità del mondo scientifico hanno collaborato al saggio di Codela.