Savignani lascia Palazzo del Pincio
E’ stato l’ideatore del nuovo piano per le municipalizzate. Un fulmine a ciel sereno le dimissioni.
Come il più classico dei fulmini a ciel sereno. Nella giornata di lunedì, infatti, sono state comunicate le dimissioni dell’ormai ex assessore alle partecipate Marco Savignani, l’ideatore del piano per la creazione della nuova Csl che prenderà il posto delle attuali municipalizzate. Un passo che in pochi si aspettavano, proprio nel momento più importante per la creazione della nuova entità che si occuperà dei servizi comunali, considerando che si attende di conoscere cosa faranno i tanti creditori delle ex municipalizzate. Come ha evidenziato Savignani, le dimissioni si sono rese necessarie per i suoi “impegni professionali e perché il mio impegno politico è ormai esaurito, tutto quello che era necessario fare è stato fatto con grande attenzione”. Dimissioni di un certo peso ed è facile capirne il perché. Savignani è stato, usando un termine calcistico, una delle punte di diamante non solo dell’amministrazione grillina ma di tutto il movimento, sin dal primo momento in cui venne presentata alla città quella che sarebbe più divenuta la giunta futura. Persona di spicco ma soprattutto quello con in mano l’assessorato probabilmente più importante e con l’obiettivo più complicato da raggiungere: ovvero la riforma della municipalizzate che da un lato determinasse una riduzione dei costi e dall’altro un miglioramento dei servizi. Insomma un addio che fa ovviamente discutere e non poco. Perché politicamente la maggioranza grillina, no nonostante il primo cittadino voglia far passare la cosa in secondo piano, perde un pezzo da novanta proprio nel momento più importante nel passaggio alla nuova realtà societaria; la riunione dei creditori che rappresenta l’ultimo ostacolo, non di poco conto, alla nuova csp fortemente voluta proprio da Savignani. Come mai queste dimissioni a poche ore dall’assemblea dei creditori? Forse resterà un mistero, di sicuro politicamente parlando si tratta di un autentico macigno verso la giunta grillina e chissà che non rappresenti il primo abbandono di una nave che sembra destinata sempre di più al naufragio.