Sentenza crematorio, l’assessore Magliani: “Difeso l’interesse dei cittadini”
Con sentenza della Seconda Sezione Bis, il Tribunale amministrativo del Lazio ha dichiarato in parte irricevibile e rigettato per la restante parte il ricorso presentato dalla società Altair in merito al piano economico finanziario del tempio crematorio di Civitavecchia.
Come spiega l’Assessore all’Ambiente, Manuel Magliani, “la sentenza del Tar del Lazio ribadisce la congruità del piano economico finanziario redatto dalla precedente amministrazione e ristabilisce quindi il tetto massimo delle 2080 cremazioni annue, che quindi faremo ora rispettare, chiedendo alla società un rendiconto dell’attività svolta fino a oggi. Alla luce dell’esito del ricorso, risultano chiari alcuni aspetti sui quali è il caso di soffermarsi. In primo luogo, l’Amministrazione non ha mai contrattato con nessuno: il forno crematorio lo abbiamo trovato, così come il piano economico finanziario, e ci siamo battuti per far sì che non vi fosse un numero superiore di cremazioni, nell’interesse di un territorio che ha già numerose fonti inquinanti. La scelta di insistere col merito accelerato è stata quindi premiata ed ha consentito di arrivare ad una sentenza in tempi utili affinché fosse tutelato proprio l’interesse della città, così come gioverà ricordare che l’Amministrazione, nel frattempo, ha contestato tutte le richieste di maggiori lavorazioni avanzate anche durante l’emergenza Covid-19. Ringraziando inoltre l’avvocatura del Comune per l’ottimo lavoro svolto, faccio rilevare che la consulenza del professor Amodio è stata fondamentale proprio per approfondire quel merito ambientale della questione, che rischiava invece di restare fuori. La sentenza è anche un riconoscimento proprio di quegli aspetti ambientali peculiari del nostro territorio, che la perizia del docente (costata circa 4000 euro) ha messo in luce”.
“Infine, debbo rilevare che, nelle fantasiose ricostruzioni che circolano, leggo ancora di “grottesca storia della talpa”. Rispondo con le stesse parole della sentenza, che gli zelanti commentatori hanno omesso – chissà perché – di sottolineare, quando i giudici del Tar la definiscono “anomala vicenda riferita alla acquisizione da parte della società della relazione interna e neppure protocollata per la prima volta depositata dalla società nel giudizio di appello avverso l’ordinanza cautelare di questa Sezione – oggetto, secondo quanto pure rappresentato dalla difesa dell’amministrazione comunale, di formale segnalazione alla competente Procura della Repubblica”. Ora, rispetto al procedimento aperto per la vicenda legata all’acquisizione dei documenti, ribadisco che io stesso ho sporto querela contro le dichiarazioni della società e sono pronto a farlo nei confronti di chi vorrà ancora gettare discredito sull’amministrazione”, conclude l’Assessore Magliani.