Federvita Lazio, Donne Insieme per la Vita e Movimento per la Vita di Civitavecchia, di fronte alla condotta oppositiva e provocatoria delle “Donne in difesa della 194” ed alle immotivate diffide ai Dirigenti ed agli amministratori comunali, rei di aver unicamente applicato la legge, intendono, ancora una volta, riportare la questione sul piano della legalità, fuori dall’immaginario femminista.
A tal riguardo rispondiamo all’ennesima avversa provocazione a mezzo stampa, articolando i singoli punti trattati:
- In primo luogo, come affermato nel nostro precedente comunicato, le “Donne in difesa della 194” non hanno alcun diritto di chiedere agli amministratori comunali “di stracciare le determinazioni” che hanno portato alla concessione dell’area cimiteriale in favore di ADVM; quest’ultima, dopo l’eventuale manifestazione di interesse di cui alla prossima delibera della ASL, potrà provvedere alla inumazione dei bambini abortiti, su richiesta dei genitori, come previsto dalla legge;
- La professione della fede cattolica non deve rappresentare motivo di discriminazione;
- Le motivazioni che le “Donne in difesa della 194” adducono a sostegno delle proprie istanze sono del tutto infondate. Il Comune di Civitavecchia e la Asl hanno concesso ad un’associazione cattolica un’area all’interno del cimitero di Via Braccianese Claudia, ove poter effettuare la sepoltura dei residui abortivi, nel pieno rispetto della legge;
- Il richiamo agli articoli 92, ultimo comma e 100 del Regolamento di Polizia Mortuaria, DPR 285/1990, da parte del movimento femminista è, del tutto, inconferente : l’art. 92, ultimo comma, infatti vieta la “concessione di aree per sepolture private a persone o ad enti che mirino a farne oggetto di lucro o di speculazione”, circostanza non sussistente nel caso di specie, laddove l’art. 100 prevede la possibilità di procedere alla sepoltura di persone per culti diversi da quello cattolico. È, pertanto, di lapalissiana evidenza come la citata normativa non rilevi nell’ambito della questione relativa alla concessione di un’area cimiteriale ad una associazione come ADVM, che agisce senza scopo di lucro. D’altro canto, chiedere alla donna che ha vissuto il dramma dell’aborto se desidera dare sepoltura ai resti abortivi rientra tra le facoltà espressamente prevista dalla legge, segnatamente dall’art. 7 comma 2 del predetto DPR 285/1990 che regola e consente l’inumazione dei “prodotti abortivi di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane …” stabilendo che “a richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti con la stessa procedura anche prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane”. Vietare la sepoltura, in assenza di obiezione della donna, non trova dunque fondamento in nessuna norma di legge.
- Quanto alla solita provocazione, secondo la quale i difensori della vita non farebbero nulla per i bambini già nati, diciamo che il solo movimento per la vita di Civitavecchia, dal 1981, ha sostenuto ed aiutato migliaia di bambini del comprensorio, e famiglie bisognose. Sarebbe interessante sapere cosa hanno fatto in questi anni queste signore. Nel solo anno 2018 la Federazione del Lazio dei Centri di Aiuto alla Vita, Movimenti per la Vita e Case d’Accoglienza ha accolto e accompagnato oltre 1000 donne, provenienti da 10 paesi diversi, sostenendole in vario modo affinché potessero accogliere la vita che portavano in grembo. Nessuna di queste donne si è pentita di aver dato alla luce il proprio bambino, mentre lo stesso non possiamo dire di quante hanno fatto ricorso alla drammatica scelta dell’aborto. Nessuna donna è stata giudicata, nessuna famiglia abbandonata: abbiamo provato a dare il nostro contributo senza lasciare nessuno solo. La prova è che l’aborto è frutto di una solitudine che ognuno di noi deve provare a colmare, dando speranza e aiuti concreti. E ciò senza tralasciare altre categorie sensibili e bisognose, come quella dei profughi o degli emarginati, sostenute concretamente dalle associazione cattoliche e, in generale, dai “Difensori della Vita”. Ad ogni buon conto, il martellante “chiasso” delle signore abortiste, affette da protagonismo, privo di reale pregio e fondamento normativo, non scoraggia in alcun modo la nostra missione in difesa della dignità della vita umana.
FEDERVITA, DONNE INSIEME PER LA VITA, MOVIMENTO PER LA VITA CIVITAVECCHIA