(Speciale Marina Militare) – Perché il 10 giugno?
Premuda (10/6/18): una grande battaglia vinta che dà grande prestigio alla Marina.
Primavera del 1918. Dopo due anni di combattimenti, gli austriaci hanno chiamato in aiuto i tedeschi. Successivamente, però,
la sconfitta di Caporetto e i successi difensivi italiani del Piave e del Monte Grappa hanno reso la situazione in di stallo.
Il 1º marzo 1918 il giovane Ammiraglio Horthy ha assunto il comando della Imperial-Regia Marina austro-ungarica. Il capo di Stato Maggiore della nostra Marina, Ammiraglio Paolo Thaon di Revel, conoscendo la mentalità e i precedenti dell’avversario,
segue tale nomina con grande interesse, giudicando come probabile e imminente un cambio di atteggiamento. Il motivo
è chiaro: Vienna è alla fame, peggio di Berlino. La Russia si è arresa, ma non c’è modo di portare il suo grano e il suo petrolio
oltre il Danubio, a causa del controllo del Mediterraneo esercitato dall’Italia e dai suoi alleati.
Gli austriaci pianificano così una spettacolare incursione contro il dispositivo mobile di sbarramento del canale d’Otranto,
messo in atto dalla nostra Marina con la collaborazione degli anglo-francesi. Gli Asburgici pensano di poter sorprendere gli
italiani, ottenendo un successo da rivendere: una seconda Lissa.
Vigilia dell’offensiva sul Piave: l’intento del nemico era una sconfitta navale italiana con pesanti conseguenze morali sullo
spirito di resistenza italiano. Nella prospettiva di un’azione nemica, l’ammiraglio Thaon di Revel emana un sintetico
dispaccio, preavvisando i comandi della Marina. La linea degli austro-ungarici potrebbe essere tale da esporre «a delle
imprudenze delle quali dobbiamo essere pronti ad approfittare… si approfitterà di ogni mossa nemica per attaccare coi
sommergibili, cacciatorpediniere, torpediniere e M.A.S ».
La sera del 9 giugno 1918, il Capitano di Corvetta Luigi Rizzo, affondatore della corazzata austriaca Wien, riceve l’ordine di uscire in mare con una sezione di MAS, il 15 e il 21. Il «solito incarico: esplorazione, agguato e ricerca mine». Mentre le unità italiane muovono verso la zona di pattugliamento, a loro insaputa, la lotta imperiale è uscita in forze dal porto di Pola, dirigendo verso sud con 45 unità.