Spiagge libere: 241mila euro a Ladispoli
Dalla Regione Lazio 6milioni ai Comuni per la gestione degli arenili pubblici. Ora però serve il regolamento per il salvamento per poter partire.
LADISPOLI – A Ladispoli l’estate 2020 vedrà le spiagge libere a disposizione di tutti, ovviamente con regole da seguire (a cominciare dal distanziamento sociale). A vigilare che tutto si svolga secondo le regole, evitando assembramenti, ci penserà il Comune grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione Lazio per un ammontare di circa 6 milioni di euro. Alla città balneare a nord della Capitale andranno 241mila euro, 162mila alla vicina Cerveteri. «Sin dalla prima conferenza ci siamo subito detti contrari alla privatizzazione delle spiagge libere e avevamo chiesto delle risorse per poter garantire a tutti il diritto di andare al mare», ha spiegato il vicesindaco e assessore al Demanio marittimo Pierpaolo Perretta. «Siamo contenti che questa indicazione sia stata condivisa dalla Regione Lazio che ha messo a disposizione le risorse necessarie in tal senso». Regione a cui il vicesindaco riconosce «la sensibilità di percepire come prioritaria la valorizzare e preservazione degli arenili pubblici». Ma per andare al mare per la “tradizionale” tintarella bisognerà ancora aspettare. Da oggi, almeno a Ladispoli, sarà ancora consentito andare in spiaggia per praticare attività motoria e sportiva dentro e fuori dall’acqua (al contrario di altri comuni che in questa prima fase 2 hanno deciso di inibire le spiagge all’utilizzo dei cittadini); ma sarà ancora vietato prendere il sole sdraiati sulla sabbia. Il vicesindaco auspica che si possa arrivare a questa nuova fase in breve tempo, ma, naturalmente, occorrerà attendere le disposizioni che gli organi competenti, in primis il Governo, vareranno in tal senso. Nel frattempo, però, dovrà essere sciolto un altro nodo: quello relativo al salvamento. C’è da capire se i bagnini potranno o meno praticare il primo soccorso ai bagnanti come sempre oppure no. «Fino a quando non ci sarà un protocollo che individui le modalità con cui si potrà effettuare il salvataggio trovo difficile parlare di apertura della stagione balneare. Il salvamento – ha proseguito Perretta – è un obbligo importantissimo connesso alle concessioni balneari e certo non si può pensare che non ci siano, prima dell’emissione dell’ordinanza balneare sia da parte della Guardia
Costiera che del Comune, precise disposizioni che vadano a regolamentare la questione».