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Quadro clinico
Il quadro clinico è variabile, e va da pazienti completamente asintomatici, a soggetti con un’alterazione della postura, fino a casi con sintomi importanti e invalidanti. Nei pazienti pediatrici, la sintomatologia compare durante la crescita. Il dolore che si avverte può attenuarsi con il riposo e dalle modificazioni delle attività svolte. L’esame obiettivo può rilevare tensione ai muscoli flessori, con anca e ginocchia flesse dovuta a verticalità del sacro e irritazione delle radici nervose. Può essere presente appiattimento del rachide lombo-sacrale, con flessione pelvica. Negli adulti, i sintomi più frequenti sono rappresentati dalla lombalgia e dalla lombosciatalgia.

Diagnostica per immagini
L’esame radiografico è indicato nei pazienti pediatrici con lombalgia o dolore radicolare di nuova insorgenza e nel paziente adulto con prolungata lombalgia-lombosciatalgia meccanica. Una proiezione obliqua può evidenziare meglio difetti a carico dell’istmo. Il grado di scivolamento è misurato con la tecnica di Meyerding: la lunghezza antero-posteriore della limitante superiore della vertebra sottostante la vertebra scivolata viene divisa in quarti, e il margine posteriore della vertebra soprastante va proiettato verticalmente in uno di questi quarti. I gradi presenti vanno dal primo al quarto in base al quarto ove cade il margine posteriore della vertebra caratterizzata dalla listesi. Risulta essere molto utile anche la radiografia laterale per determinare lo scivolamento. Inoltre possono essere utili anche radiografie dinamiche per valutare la stabilità della spondilolistesi. Tali radiografie sono eseguite in proiezione laterale con il rachide atteggiato in massima flessione e in massima estensione. L’identificazione dio una condizione di instabilità è identificata dallo spostamento vertebrale nelle due diverse posizioni.

Terapia
I pazienti giovani che non presentano un grado severo di spondilolistesi sono inizialmente trattati con un programma conservativo di riposo e riduzione di tutte quelle attività che tendono ad aggravare la sintomatologia dolorosa. Eventualmente vi è un aggiunta di farmaci antidolorifici. Una volta risolta la sintomatologia acuta, i pazienti sono invitati ad eseguire esercizi di rinforzo della muscolatura paravertebrale e addominale, di retroversione del bacino e controllo posturale, con graduale ritorno alle attività. I pazienti che non presentano risultati con questa tipologia di trattamento, possono trovare benefici grazie ad un periodo di immobilizzazione tramite un corsetto ortopedico. I pazienti adulti devono essere trattati in base ai sintomi di presentazione tramite la terapia fisica e il controllo del dolore. Il trattamento chirurgico viene indicato nei pazienti che non hanno raggiunto risultati soddisfacenti con l’approccio conservativo, o che presentino segni neurologici da radiculopatia o anomalie importanti a livello della deambulazione.

La spondilolisi come già detto precedentemente è un quadro clinico che presenta un interruzione dell’istmo, ovvero la porzione posteriore dell’arco delle vertebre lombari. Risulta frequente l’associazione con la spondilolistesi. Può risultare asintomatica e scoperta casualmente per mezzo di esami di indagine per problemi di altra natura, tuttavia non deve essere sottovalutata in quanto nel corso del tempo i cambiamenti degenerativi della spondilolisi possono causare varie problematiche tra i quali dolore alla schiena fino ad arrivare all’insorgenza di sintomi di carattere neurologico.

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