SSC. Le Molacce di Marchionni. I Mulini Civici di Civitavecchia
(Rubrica a cura di Glauco Stracci – SSC)
Percorrendo la Via delle Molacce, nel Comune di Civitavecchia, è facile imbattersi nelle adiacenze del fosso Fiumaretta in dei ruderi per i quali deriva il nome del toponimo. Citate dal Frangipani nel 1761 e recensite in uno studio specifico in epoca
moderna (R. Foschi, 1998) rappresentano una storia poco nota che invece andrebbe pubblicizzata oltre che valorizzata. Si tratta
di tre Mulini Civici per la macina del grano, di tipo idraulico, progettati partendo dal 1748 dall’ architetto Carlo Marchionni, su
commissione della Comunità di Civitavecchia, costui fu un personaggio assai famoso come caricaturista e per aver realizzato
la Sagrestia della Basilica di San Pietro in Vaticano.
Il costo dei tre mulini edificati lungo il pendio discendente verso il fosso, in costante dislivello, fu di 30000 scudi, concessi da Papa Benedetto XIV, ed entrarono in funzione dal 1754 fino almeno al 1819 secondo una carta del Catasto Gregoriano, ma già abbandonati sul finire dell’Ottocento.
Il Marchionni per generare la forza idraulica convogliò in un unico, e apposito acquedotto, le sorgenti termali della Ficoncella
(Aquae Tauri), Terme Taurine, Sferracavallo e parte dell’acquedotto cittadino, questo riversava l’acqua in una conserva rettangolare di ca. 17x5x3 m, pari al volume di 1785000 litri, che andava successivamente così ad alimentare il movimento degli ingranaggi trainanti le macine di pietra, poste orizzontali.
Il progetto, nella sua totalità, non fu mai portato a compimento, mancarono sempre le piazzole di sosta e i muri contenitivi
richiesti dall’architetto, motivo che ne velocizzò l’abbandono, comunque la produzione giornaliera di farina era discreta, circa
210 Kg. I tre mulini erano collegati tramite pontili, ognuno era composto di due piani e dotato, come copertura terminale, di un tetto spiovente formato di tegole. L’utilizzo della pietra locale per pavimentare il piano terra, di ogni edificio, con le ammorsature di cantonali bugnati, testimoniano la volontà del Marchionni di voler imporre uno stile rustico assai originale
per l’epoca. L’architetto non abbandonò mai la speranza di veder terminare il suo progetto ed è forse per tale motivazione
che realizzò una caricatura dei mulini, oggi conservata alla Biblioteca Apostolica Vaticana (Rossiano 619, 85).
Glauco Stracci – SSC