Stop al gas a Civitavecchia da parte di Tirreno Power, per le Lega un segnale di allarme
“La Lega deve raccogliere il grido di allarme delle imprese Civitavecchiesi ridotte alla sopravvivenza da questa maledetta crisi economica. La politica deve necessariamente scendere in campo e governare questo momento così delicato”.
Lo dice il gruppo consiliare salviniano all’indomani della decisione di Tirreno power di abbandonare la costruzione del nuovo gruppo a gas. Un segnale d’allarme per i leghisti.
“La politica – continuano – del non fare può festeggiare un primo successo a Civitavecchia: Tirreno Power ha abbandonato il suo progetto di una moderna centrale a gas perché non ci sono le condizioni… quali? Sarebbe gradito conoscerle. E così un potenziale investitore per il nostro territorio se ne va, portando altrove gli investimenti e il lavoro. Per chi, al contrario, crede nel fare, è un segnale di allarme. La grande sfida dei prossimi anni è rappresentata dalla chiusura di Torrevaldaliga Nord, che come già detto deve diventare un’opportunità per il territorio. Ma se le aziende vengono ostacolate sia per aprire gli impianti che per chiuderli che succederà? Se Enel dovesse decidere come Tirreno Power di rinunciare ai progetti avremmo due possibili risultati: che al posto del gas resti il carbone, risultato che, almeno a parole, nessuno vorrebbe, o che Enel vada via chiudendo la centrale e portando con sé tutti i suoi potenziali investimenti; avremmo un ambiente migliore, ma una città economicamente sempre più vicina al baratro”.
Per i salviniani l’uscita del carbone “verrà sostituita con una prospettiva industriale come quella del gas, che azzera alcuni inquinanti e ne riduce altri? Lo ha confermato anche il ministro Cingolani “il gas sarà necessario per un po’ di tempo insieme alle rinnovabili”. I NIMBY di casa nostra chiedono “ma perché proprio qui?”. Dovremmo girare la domanda e chiederci perché si voglia rischiare di mandare altrove investimenti e lavoro. Enel oggi investe in tecnologie nuove e sostenibili, se va via non potremo chiederle di farlo qui. Se resta, potremo non solo chiederlo ma pretenderlo, per un territorio che ha dato molto per l’energia del passato e che oggi ha il diritto di essere al centro di quella del futuro: rinnovabili, auto elettriche, porti verdi… si Porti Verdi perché anche il nostro scalo necessità di grandi investimenti e l’Enel non può e non deve sottrarsi. Quello che serve è una prospettiva di sviluppo, e bisogna lavorare con le imprese, a partire da Enel ma non solo, per far sì che il futuro sia un percorso definito insieme, con risposte per il territorio ma anche con qualche certezza per chi deve investire. La chiusura del carbone richiede un percorso condiviso e l’abbandono definitivo di vecchie contrapposizioni ideologiche. Non è possibile – concludono i consiglieri della Lega – restare silenti e rischiare che il governo imponga investimenti indispensabili lasciando Civitavecchia fuori dai giochi”.