In alcuni casi il cittadino può non essere tenuto al pagamento per la sosta.
(Prima Parte)
In tante circostanze sono gli automobilisti a non rispettare le regole, ma in altrettante, è anche il relatore reo d’incrementare il già complesso ed intrigato impianto normativo cui deve far fronte il cittadino e come nel caso in esame, oggi giorno, un automobilista.
Sono trascorsi circa trentatre anni, dal lontanissimo 1959, quando, con Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n.285 è stato approvato il Nuovo Codice della Strada, che si compone di ben 245 articoli, accompagnato da un copioso Regolamento di attuazione di 408 articoli e 19 appendici, entrato in vigore il 1° gennaio 1993.
Da non più di un paio di anni, ero entrato a far parte del Corpo della Polizia Locale di Civitavecchia, ma non mi fu da subito così difficile comprendere che dopo poco tempo, il “Nuovo Codice della Strada”, così come si chiama ancora oggi, era già divenuto vecchio.
Modifiche ed integrazioni si sono affacciate subito all’orizzonte e si continuano a susseguire negli oltre 25 anni ormai trascorsi dalla sua entrata in vigore, tant’è che il Codice, come in molti auspicano, andrebbe completamente rivisto, abrogato e sostituito ex novo, con la speranza che questa volta sia davvero oggetto di più approfonditi studi prima di divenire legge e che quindi non sia nuovamente subito soggetto a nuove e confusionali modifiche, molto spesso emanate sull’onda dell’emozione e/o di spinte di quella, o di quell’altra associazione di particolari categorie di cittadini.
V’è da dire comunque, a parziale giustificazione di quanto accaduto nel tempo, che in tanti casi molte integrazioni, sono dovute al recepimento di direttive impartite dall’Unione Europea, che hanno interessato i vari settori non solo dell’Italia, ma anche del resto degli stati membri, cui le loro normative dovevano comunque adeguarsi.
Ma veniamo all’argomento che intendo porre sotto la lente d’ingrandimento e che è la risposta anche a numerose richieste e chiarimenti pervenutemi in questi ultimi tempi da parte di altrettanto numerosi automobilisti che mi hanno chiesto chiarimenti sulla specifica materia.
Strisce blu, senza la possibilità di pagamento tramite pos, il parcheggio è gratuito?
Nella legge di stabilità 2016, il comma 901, con il fine di incentivare i pagamenti elettronici, prevedeva infatti che “dal 1° luglio 2016, le disposizioni di cui al comma 4 dell’art. 15 del decreto legge numero 179/2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221/2012, debbano essere applicate anche ai dispositivi di cui alla lettera f) del comma 1 dell’articolo 7 del Codice della Strada, estendendo di fatto ai dispositivi di controllo di durata della sosta, l’obbligo di “accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito e carte di credito”.
In sostanza, dal 1° luglio 2016, tale obbligo era previsto entrare in vigore, di conseguenza, appariva logico che i cittadini potessero sentirsi legittimati a sostare nei parcheggi delimitati dalle strisce blu a titolo non oneroso, qualora il parchimetro non fosse adeguatamente predisposto per il pagamento tramite pos e quindi con bancomat, postamat o carte di credito.
Quanto sopra veniva poi confermato anche da una sentenza del 21 febbraio 2017 del Giudice di Pace di Fondi, in provincia di Latina, tale Giovanni Pesce.