La sentenza del Giudice di Fondi fa da “apripista” ad analoghi casi.
(Seconda Parte)
Il Giudice, che accogliendo il ricorso presentato dallo studio legale Martusciello nei confronti del Comune ha sentenziato quanto segue: “in mancanza di dispositivi attrezzati col bancomat gli automobilisti potranno ritenersi autorizzati a parcheggiare gratis e senza il rischio di essere multati sugli spazi a pagamento contraddistinti dalle strisce blu”.
Il ricorso contro l’amministrazione, fu promosso nel settembre 2016 da una tirocinante del suddetto studio, la quale, dopo aver lasciato in sosta la propria auto negli spazi delimitati dalle strisce blu nella città di Fondi. La donna, asserendo di non avere la disponibilità di denaro in moneta ed in considerazione che il parchimetro non accettava neanche banconote, non riuscì ad effettuare il pagamento del ticket, rinvenendo poi una multa di 41 euro sul parabrezza della autovettura.
La sentenza del Giudice di Fondi, è presumibile sia solo l’inizio di altre analoghe, una sorta di “apripista”, che come sempre andranno a formare gli indirizzi giurisprudenziali prevalenti, come accade in tutti quei casi in cui le norme risultano carenti, poco precise o che comunque diano adito a dubbi e/o interpretazioni di diversa natura.
Tuttavia, seppur vero che dal primo luglio 2016, le amministrazioni avrebbero dovuto attenersi a quanto previsto nella citata legge di stabilità, ad oggi, risulterebbero ancora non pochi i comuni che adducendo la mancanza di un decreto attuativo e/o l’impossibilità tecnica oggettiva all’installazione dei pos nei parchimetri, non si sarebbero ancora adeguati alla norma.
Come accennavo in apertura, accade ormai con quasi costante frequenza, che vengano emanate norme che subito dopo, presentano vari vizi, compresi quelli ancora più gravi di incostituzionalità, ingenerando confusione nel cittadino utente, comportando frequenti, lunghi e onerosi contenziosi, che vanno inoltre ulteriormente ad intasare la già elefantiaca macchina della giustizia.
Anche in questo caso, si parla di una sentenza ed uno o più Giudici di Pace di altri luoghi o prefetture, potrebbero pensarla diametralmente all’opposto, fagocitando confusione, su confusione e ingenerando nel cittadino, quel senso di insicurezza ed ingiustizia sociale non certamente giusto e trasparente da parte di uno Stato in cui il diritto dovrebbe essere certezza.