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Intervista a Federica Battafarano, madrina d’eccezione per il  20° CERIMONIALE  “PER NON DIMENTICARE CHERNOBYL” realizzato  a Cerveteri  presso la SALA RUSPOLI il  prossimo 27 APRILE, con il patrocinio del Comune di Cerveteri e della Presidenza della Regione Lazio.
• Da quanto tempo conosce la tematica relativa al disastro nucleare di Chernobyl e in che occasione ne ha sentito parlare?
• Il disastro avvenuto il 26 aprile 1986 presso la centrale di Chernobyl è stato il più grave incidente nucleare della storia. Lo studiai al Liceo, quando ero studente, e ne rimasi impressionata. È stata una catastrofe di proporzioni enormi, sia per l’intensità dell’esplosione che per le terribili conseguenze che l’inquinamento radioattivo ha causato nei decenni successivi alla popolazione e al territorio di mezza Europa. Il numero di vittime di questa tragedia è ancora, a 31 anni dall’accaduto, tutto da definire. Di certo si tratta di una delle pagine più nere della storia contemporanea.

• In che occasione ha conosciuto il progetto “PER NON DIMENTICARE CHERNOBYL” della nostra associazione, sia per quanto riguarda il percorso nelle scuole (EcoLaboratori) e sia per quanto concerne l’accoglienza estiva in affiancamento ai nostri amici del C.E.U.?
• Scuolambiente realizza “Per non dimenticare Chernobyl” dal lontano ’97, quindi è un progetto che ho sempre conosciuto. Da quando nel 2012 sono stata eletta Consigliera Comunale a Cerveteri ho avuto l’opportunità di seguirlo più da vicino. Sono orgogliosa che anche la nostra Amministrazione abbia fatto la sua piccola parte, patrocinando e ospitando il progetto nelle Scuole di Cerveteri. Ai volontari di Scuolambiente va riconosciuto un impegno veramente fuori dall’ordinario, e la lunga vita di questo progetto ne conferma la serietà e l’importanza che ha nel nostro territorio.

• Nel suo ruolo amministrativo e professionale come recepisce la situazione bielorussa relativa allo stato sociosanitario ed economico di questi bambini che dura da ben 31 anni?
• Ancora oggi i gravi effetti del disastro di Chernobyl sono ben tangibili: malformazioni, tumori, problemi alle gravidanze, contaminazioni di piante e animali fanno parte della quotidianità degli abitanti dell’Ucraina e, purtroppo, le vere conseguenze di quella tragedia sono ancora in parte da scoprire. L’impegno del nostro Paese e degli altri paesi europei, rispetto a questa catastrofe, si è tradotto in un maggiore controllo dell’affidabilità e della sicurezza degli impianti al fine di prevenire simili incidenti e continuare a utilizzarne i vantaggi. La ragione principale per cui il nucleare ha avuto uno sviluppo maggiore rispetto alle fonti rinnovabili – in particolare di più recente applicazione (eolico, fotovoltaico) – dipende dal fatto che queste ultime, anche se molto attraenti, non riescono a superare una disponibilità di funzionamento annuo del 20%, mentre le centrali nucleari hanno raggiunto valori del 90%. Con produzioni di energia elettrica almeno quattro volte superiori, a parità di potenza installata, le centrali nucleari nei loro 50-60 anni di vita rappresentano quindi un investimento più vantaggioso nel medio-lungo termine. Per questo motivo, è necessario che la comunità europea non smetta di confrontarsi sulla questione nucleare e sulle possibili soluzioni alternative che consentirebbero di produrre energia elettrica in maniera efficiente e al tempo stesso di ovviare ai problemi delle scorie e della contaminazione ambientale e alle difficoltà d’individuazione di siti sicuri.

• Lei che opera nel settore degli immigrati e dei profughi, come recepisce la problematica delle adozioni internazionali e in questo caso dei bambini bielorussi?
• L’adozione dei minori bielorussi è molto difficile a causa della burocrazia lenta e contraddittoria, che spesso non tiene in debito conto l’interesse del minore. Due anni fa l’adozione di 124 minori bielorussi è rimasta appesa a un misterioso ritardo burocratico, visto che la Commissione per le adozioni internazionali non si riuniva da un anno. Questa situazione non è accettabile perché il rischio è che ci siano minori di serie A e minori di serie B, con un’evidente violazione dei diritti umani.
• Nel ringraziarla per aver accettato il ruolo di madrina di questo importante cerimoniale ci sintetizzi il suo pensiero e il suo sentimento per questa sua partecipazione.
• Sono contenta e onorata di partecipare a questa importantissima manifestazione di commemorazione, perché la memoria è il primo passo per non dimenticare quello che Chernobyl ha significato. Chernobyl è un problema ancora attuale: otto milioni di persone vivono in territori contaminati, moltissimi bambini sono nati deformi o sono stati operati, quando non sono morti di cancro. Nel frattempo, il disarmo nucleare rimane un discorso di scorta. Per questo, Chernobyl deve rappresentare un emblema che riguarda l’atteggiamento che l’uomo deve avere nei confronti dell’energia.
o Voglio sentitamente ringraziare Scuolambiente Cerveteri, i suoi volontari e la sua Presidente, Maria Beatrice Cantieri, per il prezioso lavoro di sensibilizzazione che da anni porta avanti con estrema serietà e dedizione.

 

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