Alla biblioteca comunale di Tarquinia “Vincenzo Cardarelli”, si è svolto l’8 novembre il primo degli incontri dedicati a insegnanti, formatori, genitori e appassionati di scrittura.
Dalla poesia alla prosa, passando attraverso la letteratura illustrata tra testo e immagine. Una lezione pratica di critica tematica applicata alla parola “vento” nelle varie forme narrative. Tutto questo è stato l’incontro con la studiosa ed esperta di letteratura per l’infanzia e l’adolescenza Roberta Favia, ideatrice del blog “Teste Fiorite”, primo ospite del ciclo di appuntamenti del festival “PAGINEaCOLORI” dedicati a insegnanti, formatori, genitori e appassionati di scrittura. Cornice dell’evento, che si è svolto l’8 novembre, il salone degli Specchi di palazzo Bruschi Falgari, sede della biblioteca comunale di Tarquinia “Vincenzo Cardarelli”. “Il vento è vita e morte – afferma Roberta Favia -. È il respiro del mondo che, se manca, letteralmente non si respira, ma se viene può abbattere giù tutto. Dipende da che cosa la letteratura vuole metaforizzare. A seconda del contesto il vento può essere più o meno forte, giungere al momento giusto per annunciare un cambiamento o asserire che sta arrivando oppure che non verrà, a seconda di come viene usato tra le pagine o anche con la voce”. Vento come cambiamento e trasformazione, con un messaggio rivolto agli adulti. “Vorrei che ascoltassero di più i bambini e i ragazzi e gli si dessero letteralmente più fiato – prosegue l’ideatrice di “Teste Fiorite” -. Credo che questo sia l’unico modo per abituarli a un pensiero critico. Non esiste un pensiero giusto o sbagliato ma un pensiero che nasce da un nucleo e da lì si dilata. Genitori, formatori e insegnanti devono quindi capirli e lasciarli soprattutto parlare. Spesso gli insegnanti mi raccontano che quando lasciano la parola agli studenti non esce fuori nulla. Ma non li si abitua a pensare ed è allora molto difficile avere dei risultati positivi”. Sulle nuove tecnologie e sulle nuove forme di comunicazione va preso il meglio. “Sono una blogger e lavoro sui social – aggiunge Roberta Favia -. Questi nuovi linguaggi devono solo essere usati al massimo delle loro potenzialità espressive. Promuovo tanti lavori con i ragazzi attraverso i social, perché sappiano utilizzarli per esprimere cose semplici e complesse”. Infine, un cenno al progetto “Teste Fiorite”: “Riprende il nome da una filastrocca di Gianni Rodari – conclude la studiosa ed esperta di letteratura per l’infanzia e l’adolescenza -. Nasce come blog dove da sette anni, ogni giorno, viene pubblicata una recensione e sono articoli su temi di critica. Poi sono nati i corsi di formazione, i progetti didattici, il canale Youtube e l’account Instagram”.