Le prime osservazioni del gruppo consiliare M5S che abbiamo proposto all’amministrazione e alla conferenza dei capigruppo per integrarle nell’atto di consiglio comunale che approveremo domani, ci auguriamo in maniera condivisa con tutte le forze politiche. A nostro avviso a questo atto politico, scritto in poche ore, in cui si esprime l’assoluta contrarietà a qualsiasi combustione di rifiuti dovrà seguire una successiva approvazione sempre in consiglio comunale, anche stavolta congiunto con il comprensorio, di un atto formale di osservazioni a sostegno della contrarietà da trasmettere ufficialmente alla Regione nell’ambito del procedimento.
Di seguito le prime osservazioni del gruppo consiliare M5S contro il termovalorizzatore e qualsiasi combustione di rifiuti
Il piano regionale dei rifiuti attualmente in vigore e approvato con DCR 12 del 18/01/2012 non prevede la costruzione di ulteriori impianti di incenerimento in quanto “La Regione Lazio non necessita di ulteriori impianti di termovalorizzazione/gassificazione da autorizzare per soddisfare il recupero dei flussi di frazione combustibile (CSS/CDR) provenienti dai rifiuti urbani” (par 10.4.2 – pag. 197)
la Città di Civitavecchia ed i comuni limitrofi sono stati e sono interessati dalla contemporanea e consolidata presenza di rilevanti fattori di pressione ambientale, tra cui ben tre centrali termoelettriche realizzate a partire sin dagli anni Cinquanta e il forte impatto dello scalo portuale che ospita 365 giorni all’anno sia navi traghetto, navi per trasporti commerciali, navi da crociera
la situazione ambientale della Città di Civitavecchia e dei Comuni limitrofi è meritevole di particolare attenzione e che tale evidenza è stata constatata nell’ambito del decreto V.I.A. n. 680 del 2003 nel quale non a caso si raccomandava per il futuro una “politica di contenimento del carico inquinante”
l’Agenzia europea per l’ambiente, nel novembre 2011, ha pubblicato uno studio sugli impatti sanitari, ambientali ed economici dell’inquinamento atmosferico dei principali impianti industriali europei, tra cui figura anche Enel, adoperando un metodo di indagine utilizzato anche nel processo «Enel bis» sul caso di Porto Tolle e ripreso anche da Greenpeace nei propri studi;
i risultati dello studio commissionato da Greenpeace nell’aprile 2012 per la centrale di Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia, riprendendo la stessa metodologia utilizzata dall’Agenzia europea per l’ambiente, stimano tra gli impatti sanitari ed ambientali 13 morti premature e 156 migliaia di euro di danni all’agricoltura per l’anno 2009 (tabella 13 dello studio « Enel Today and Tomorrow. Hidden Costs of the path of Coal and Carbon versus Possibilities for a Cleaner and Brighter future » di Somo, autori Wilde-Ramsing, Racz, Scheele e Saaman); lo stato di sofferenza sanitaria della popolazione locale, correlato al pesante carico ambientale, è stato registrato sin dagli anni Ottanta da diversi studi ed indagini epidemiologiche effettuate dalle ASL RM F, per competenza, e dall’ASL RM E, come struttura di riferimento per l’epidemiologia della Regione Lazio, tra gli ultimi la “Valutazione Epidemiologica dello stato di salute della popolazione residente nei Comuni di Civitavecchia, Allumiere, Tarquinia, Tolfa e Santa Marinella” redatta dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio pubblicata nel febbraio del 2012, attesta che la popolazione residente nel comune di Civitavecchia nel periodo 2006-2010 presenta un quadro di mortalità per cause naturali e per tumori maligni in eccesso di circa il 10 percento rispetto alla popolazione residente nel Lazio nello stesso periodo; a conferma dell’esito delle valutazione epidemiologiche di cui sopra, nel mese di maggio 2016 è stato pubblicato lo studio “Effetti delle esposizioni ambientali ed occupazionali sulla mortalità della popolazione residente a Civitavecchia” condotto dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della ASL Roma 4 ed ARPA Lazio. Lo studio in questione ha valutato le varie fonti inquinanti presenti a Civitavecchia nel corso degli ultimi decenni e ha evidenziato risultati, peraltro coerenti con le indicazioni della letteratura scientifica sugli effetti dell’inquinamento atmosferico, che destano notevole preoccupazione. Non si possono inoltre non citare le conclusioni dello studio: “il comprensorio ha dunque subito effetti sulla salute della popolazione residente ascrivibili ad esposizioni ambientali ed occupazionali avvenute nel passato” e che “proprio perché lo stato di salute risulta oggi compromesso a seguito di esposizioni ambientali dei decenni trascorsi, è indispensabile attuare oggi le misure di prevenzione primaria limitando la esposizione della popolazione a tutte le fonti inquinanti presenti sul territorio legate agli impianti energetici, al riscaldamento, al traffico stradale e al traffico marittimo”; è sufficiente “interrogare” il nuovo portale “Stato di salute della popolazione residente nella regione Lazio” per constatare, ad ulteriore conferma degli studi e delle indagini epidemiologiche di cui sopra che nel Distretto F1 della Asl Roma4 negli ultimi anni c’è un eccesso rispetto alla media regionale di diverse patologie tumorali strettamente correlate all’inquinamento con deliberazione n. 47 del 08/07/2015 il consiglio comunale di Civitavecchia ha approvato una mozione urgente per il divieto assoluto di combustione, di produzione, di acquisto e di vendita di combustibili solidi secondari e di combustibili derivati da rifiuti comunque denominati con ordinanze sindacali num. 29 del 22/01/2019 e num. 230 del 15/05/2019 il Comune di Civitavecchia ha modificato il proprio sistema di raccolta dei rifiuti passando dalla raccolta stradale alla raccolta Porta a Porta su tutto il territorio comunale al fine di diminuire il conferimento di rifiuti indifferenziati in discarica e allineandosi al resto del comprensorio.
Gruppo consiliare Movimento Cinque Stelle