the place

Dopo Perfetti Sconosciuti, trionfa ancora Paolo Genovese. Nel suo film un cast eccellente e tutto italiano.
Paolo Genovese porta undici attori italiani in una caffetteria per interrogarsi sul conine tra bene e male. The Place, il film che arriva esattamente un anno dopo la commedia Perfetti Sconosciuti, porta sul grande schermo gli attori italiani più bravi in circolazione ed indaga il labilissimo confine tra Bene e Male e in dove un uomo può spingersi prima di superarlo.
The place, è appunto il posto, una caffetteria stretta e lunga che fa angolo in un palazzo che affaccia su una strada trafficata. Dentro, a uno dei tavoli, c’è un l’Uomo con l’agenda. A lui ci si deve rivolgere per chiedere di realizzare il proprio desiderio. Ogni desiderio, tuttavia, ha un prezzo che deve essere pagato. In dieci si siedono per chiedere.
L’Uomo con l’agenda è Valerio Mastandrea, semplicemente perfetto. A lui si rivolgono un padre con il figlioletto malato di cancro, Vinicio Marchioni; una donna che vuole riconquistare l’amore del marito, Vittoria Puccini; un poliziotto che vuol ritrovare il figlio,
Marco Giallini; una ragazza che cerca la bellezza, Silvia D’Amico; una suora che vuole ritrovare dio, Alba Rohrwacher; un meccanico che sogna una notte con la modella di un poster, Rocco Papaleo; un’anziana signora ha bisogno della guarigione del marito, malato di Alzheimer, è Giulia Lazzarini; il cieco Alessandro Borghi che vorrebbe riavere la vista e un giovane sbandato che
vorrebbe non vedere più il padre che gli ha rovinato l’infanzia, Silvio Muccino.
Sabrina Ferilli è la cameriera del bar, quella che serve cappuccini, torte,insalate, tè ai clienti del suo cliente, è l’unica che non chiede qualcosa all’Uomo, ma che invece fa domande. Il film è tratto da una serie americana (The booth at the end di Christopher Kubasik). Paolo Genovese ha dichiarato che The Place si discosta molto, sia nella trama che nel genere, dal film di Perfetti Sconosciuti. Nella pellicola presentata alla festa del Cinema nella capitale l’intento è ben diverso per il regista. In un’epoca in cui siamo diventati giudicanti, in cui tutti noi sentiamo l’esigenza di esprimere il nostro parere, The Place si presenta come un prodotto in cui fossimo tutti fossero costretti a giudicare se stessi.
È un film che ci fa fare i conti con la nostra anima nera. Con quella parte che magari non è mai venuta fuori ma che verrebbe fuori in una determinata situazione. Lo scopo è far si che lo spettatore, guardando il film, sia costretto a chiedersi: cosa farei io al loro posto?

 

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