Con “A qualcuno piace caldo” la Compagnia teatrale Quint&ssenza rappresenterà l’ultima commedia brillante della fortunata trilogia dello swing, ancora perfettamente calato nell’atmosfera degli anni ’20 del ‘900. “A qualcuno piace caldo” è la più celebre tra le sceneggiature cinematografiche di Billy Wilder, grazie anche alle memorabili interpretazioni di Jack Lemmon, Marilyn Monroe e Tony Curtis. La trasposizione teatrale che ne fa la Compagnia Quint&ssenza, resta molto fedele alla versione originale realizzando di fatto la messa in scena di un copione cinematografico, arricchito della collaborazione di un gruppo di ballo e di musicisti live.
È una commedia degli equivoci, ambientata tra la Chicago dei gangster e la Florida dei ricchi miliardari. I due protagonisti, il sassofonista Joe e il contrabbassista Jerry, musicisti squattrinati e alla continua ricerca di un ingaggio, nell’America del proibizionismo, sono testimoni involontari del massacro di San Valentino, nel febbraio del 1929, durante il quale la banda di al Capone (Ghette, nel copione), regolò i conti con una banda rivale colpevole di una spiata.
Nella finzione scenica, gli scomodi testimoni della strage Joe e Jerry, per sfuggire ai gangster che vogliono farli fuori, riescono a farsi ingaggiare da una band di sole donne in partenza per la Florida, assumendo le sembianze di Josephine e Daphne. Della band fa parte anche Zucchero, cantante e suonatrice di ukulele, di cui i due musicisti si innamorano subito. Ma nei panni di Josephine e Dafne la cosa non si può concretizzare, così per conquistare Zucchero, Joe assume le sembianze di Junior, fingendosi ricco miliardario, ereditiere di una dinastia di petrolieri. Zucchero finirà per innamorarsi del sofisticato Junior, e Joe dovrà reggere il gioco assumendo però contemporaneamente il ruolo di due personaggi (Josephine e Junior), e creando quindi una serie di irresistibili situazioni comiche.
Dal canto suo Jerry-Dafne dovrà invece vedersela con un vero miliardario, Osgood Fielding II, che tenterà in tutti i modi di conquistarla. Il tutto con la presenza dei gangster, anch’essi in Florida, che tentano di fare fuori i due dopo aver riconoscono in quelle due donne “particolari” i due musicisti di Chicago.
Il finale… ovviamente, rimetterà tutto a posto; per tutti tranne che per Jerry (Daphne), che nel confessare a Osgood di essere un uomo, si sentirà rispondere “Nessuno è perfetto”; frase che è considerata tra le più celebri della storia del cinema di tutti i tempi e che è anche riportata sulla tomba dello stesso Billy Wilder.
Da una sceneggiatura briosa, ne esce una commedia divertente e piacevole, originale, spassosa ed elegante. Portatrice di messaggi importanti come l’amore, l’amicizia, l’incertezza per il futuro e la completa accettazione degli altri. In particolare quest’ultimo tema creò non poco clamore all’epoca dell’uscita del film (siamo nel 1959) poiché il travestitismo dei due protagonisti provocò non poche contrarietà (nel Kansas il film fu addirittura vietato). Non resta che vederla. Buon divertimento!

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