“Immerso nella quiete e nel verde di una pineta di 40 ettari il camping in vendita si estende per circa 18 ettari e si affaccia direttamente sul mare a nord di Civitavecchia. Il campeggio è completamente da realizzare e viene venduto il terreno con il permesso a costruire già rilasciato. Il prezzo richiesto è di €. 5.600.000 trattabili”. Questo in sostanza l’annuncio pubblicato qualche giorno fa da parte di un’agenzia immobiliare cittadina, relativo al campeggio della Frasca, tornato sul mercato. Un annuncio – che sarebbe stato poi rimosso dalla rete – che ha scatenato la reazione dell’associazione Caponnetto la quale, già in passato, aveva mostrato contrarietà al progetto, non capendo – ieri come oggi – come sia possibile che “un’area rientrante nei “beni immobili di pubblico interesse” e addirittura facente parte di un area dichiarata Monumento Naturale, non solo sia stata sottratta a detto “pubblico interesse” per essere ceduta ad una società privata, ma venga addirittura messa sul mercato tramite un semplice annuncio”.
“Un vicenda che sconcerta anche e soprattutto perché, da quanto ci risulta – hanno sottolineato dalla Caponnetto – è ancora in corso presso il tribunale di Civitavecchia un procedimento (r.g.2221/2017) per chiarire la reale legittimità di tale vendita. Ed in tal senso sarebbe importante sapere anche che fine ha fatto l’inchiesta penale depositata presso la Procura di Roma ed anche, qualora si fosse giunti ad un improbabile archiviazione, quali siano le motivazioni della stessa. Ad oggi quello che è indubbio è che ci troviamo dinanzi ad un’operazione speculativa, che provvederemo a portare a conoscenza della Corte dei Conti, che rappresenta un enorme guadagno per chi la effettua (area stimata nel 2004 €.4.280.000,00, acquisita nel 2014 a €.728.000,00 e ora messa in vendita a €. 5.600.000,00 trattabili), ma uno schiaffo alla comunità civitavecchiese che l’area della Frasca tutta (campeggio compreso) considera “luogo del cuore”. Un’operazione speculativa nel corpo vivo della città che le Istituzioni tutte, Amministrazione Comunale in testa, nelle more dei risvolti giudiziari, sono chiamate a fermare – concludono – pena la perdita di credibilità delle stesse come organo di governo degli interessi collettivi piuttosto che di quelli di pochi impudenti affaristi”.