In attesa del ritorno alle competizioni, i paladini del triathlon locale, nel pieno rispetto delle disposizioni anticovid-19, si sono goliardicamente confrontati in una entusiasmante sfida senza esclusione di colpi.
In attesa del ritorno alle competizioni vere, domenica mattina, un gruppetto affiatato di triathleti locali, spinti da un forte desiderio di confronto e nel pieno rispetto delle misure anticovid-19, hanno trasformato un semplice allenamento di triathlon, in una vera e propria sfida tra amici.
A fare da palcoscenico a questa simpatica iniziativa dai connotati pseudo agonistici corsa sulla distanza olimpica (1500 mt. di nuoto, 43 km di ciclismo e 10 km di podismo) e su quella sprint (750/21/5), il litorale di S. Agostino e le strade limitrofe con le sue altimetrie variegate, a volte scorrevoli, a volte impegnative.
Nessun ammassamento e partenze scaglionate come in una cronometro, queste le misure di base tenute debitamente in considerazione dagli animatori del Trisquad Santa Marinella, il tutto per dar vita ad una sfida goliardica tra veri ironman, e nel contempo far sprigionare l’adrenalina accumulata in mesi di isolamento tra le mura di casa trascorsi a macinare virtualmente chilometri e chilometri su tapis roulant e rulli e trascinare, a simulazione del gesto natatorio, frustranti elastici ancorati a muri o pareti.
Nel pieno stile dei paladini della triplice disciplina, la prova non è stata di certo una passeggiata; le partenze scaglionate hanno evitato la formazione di scie sia in acqua che in bici, obbligando i partecipanti a chiudere in solitaria la frazione podistica e rendere il confronto fisicamente più maschio e tecnicamente simile a quello degli anni ’90 quando la scia era rigorosamente proibita.
Nessuna classifica e nessuna premiazione a termine sfida, però l’immensa soddisfazione di ritrovare, seppur affaticati, quelle sensazioni di benessere psico-fisico che soltanto lo sport, nella sua migliore espressione, sa dare soprattutto quando cause di forza maggiori, come è stata l’emergenza COVD 19, ne hanno impedito la migliore pratica relegando atleti di qualsivoglia levatura a frustranti stop, buttando miseramente all’aria mesi e mesi di duri allenamenti.
A detta dei presenti, la prova è stata un’esperienza emozionante ed allenante da ripetere quanto prima che ripaga la parziale inattività dei mesi scorsi e che, nel contempo, consente loro di riavvicinarsi al meglio della forma ai prossimi impegni agonistici che da news federali sembrano ricominciare, con nuove modalità organizzative e rigidi protocolli sanitari, dal prossimo 29 giugno.
Sarà un altro triathlon? In tanti già se lo chiedono. La speranza è quella che la triplice disciplina torni ad essere quella del pre-Covid19, quella che nel tempo è stata capace di far crescere il suo appeal nei confronti di tanti appassionati degli sport di endurance affollando a dismisura le start list di molte competizioni nazionali.
Stefano Mappa