“TU DA CHE PARTE STAI?” (Rubrica a cura di Alessandro Spampinato)

tu da che parte stai

“Io sono quello che sono e non quello che la gente vuole che io sia…”. Così cantava Bob Marley e così stanno iniziando a pensare Federica e Mario, due persone che hanno intrapreso un percorso terapeutico della loro vita e stanno cambiando mentalità. Federica è una donna di quasi sessant’anni, madre e ancora attiva nel suo lavoro. Ha dedicato trent’anni al matrimonio e ha cresciuto bene i suoi figli, ha investito nell’acquisto e nell’arredamento della casa gran parte dei suoi averi insieme al marito che, un anno fa, l’ha lasciata per andare a vivere con la sua amante storica che li ha accompagnati per gran parte del loro matrimonio. Federica ha sofferto molto, ha sopportato tradimenti, bugie, solitudini, giudizi, offese e mancanze di rispetto per una vita intera. Ora però ha detto basta! Ha capito che anche lei è importante e non solo le responsabilità, il lavoro, la famiglia e gli altri. Anzi, visto il tracollo dei suoi ideali e di ciò in cui ha creduto fermamente, ora vuole riscattarsi cercando di vivere per se stessa e di gratificare la sua persona realizzando i suoi desideri. Il problema è che, avendo donato se stessa alla causa, ora Federica non sa chi è, non sa cosa le piace e cosa la può gratificare, non conosce i suoi sogni e i suoi desideri, non si conosce. Il passo successivo della terapia riguarderà proprio questa conoscenza di sé e il ripristino del contatto con il proprio sé profondo che ha trascurato fino ad ora, ma che è sempre là nel suo cuore ad aspettarla. Ma alla stessa conclusione è arrivato il Sig. Mario, uomo di 53 anni che, dopo aver studiato tanto e aver lavorato 23 anni per la sua azienda tra le 8 e le 10 ore al giorno dal lunedì al sabato, si è visto recapitare una lettera di licenziamento per riordino aziendale dovuta alla crisi economica. Dopo due anni ancora non è riuscito a ricollocarsi e tutto il peso economico della gestione familiare ricade sulla moglie aggravando la sua sofferenza e il suo senso di fallimento. Mario ha capito di aver servito un mostro, un demone chiamato “Azienda”, che gli ha succhiato il sangue e i migliori anni della sua vita, che lo ha privato del tempo da trascorrere con la sua famiglia e di scoprire le bellezze del mondo e di se stesso  per poi lasciarlo in mezzo ad una strada, ad un’età in cui non si è più competitivi e appetibili professionalmente per nessuno, senza aiuto e senza un futuro. Mario ha fatto anche cose poco belle per servire questa azienda che oggi si è liberata di lui come niente fosse, da un giorno ad un altro. Mario ha capito di aver sbagliato obiettivo, ha fatto per una vita intera il bravo ragazzo, prima si è diplomato e laureato con i massimi voti studiando tanto e uscendo e socializzando poco per accontentare i genitori, poi servendo la sua azienda, lavorando tanto e ubbidendo sempre agli ordini. Ora Mario ha capito che deve ripartire da se stesso, imparare a volersi bene e a investire sulle proprie risorse e capacità se vuole ripartire e riscattarsi nella vita. Lo ha capito molto bene, ma avendo per una vita intera accontentato e servito gli altri non sa chi è, non si conosce, non sa neanche quali capacità e competenze possiede avendo sempre fatto quello che qualche superiore gli ordinava di fare. La terapia di Mario ora andrà in questa direzione, la conoscenza di sé e lo sviluppo del proprio potenziale che gli darà nuovamente da vivere. Cambiare mentalità non è facile, lo so molto bene, ma oggi siamo in un periodo storico dove i punti di riferimento del passato sono tutti saltati. La famiglia, il lavoro, la patria, i diritti, il senso civico, ecc. sono belle cose che appartengono alla memoria dei più anziani. Oggi la società è un concetto evanescente e la sua struttura è liquida, mobile, cangiante, senza contorni definiti, imprevedibile. Se prima aveva senso definirsi attraverso i ruoli sociali oggi non solo non ha più senso ma è anche pericoloso come ci testimoniano Federica e Mario. Tutto può cambiare in un attimo! Oggi ciò che conta è conoscersi al meglio che si può, investire sulle proprie capacità e sviluppare i propri talenti. Anche se tutto intorno a noi sembra moderno e tecnologico stiamo, invece, tornando alle dinamiche della giungla e alla legge della sopravvivenza del più forte.
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