A volte guardare troppa pubblicità in televisione provoca confusione, soprattutto quando si vuole dare qualche pennellata di verde ad aziende inquinatrici. La pubblicità può confondere le idee e far dire cose inesatte, non vere. 415 parti per milione di CO2 in atmosfera. Questa è oggi la realtà che provoca il cambiamento climatico che già stiamo subendo. Secondo Fare Verde la centrale a carbone di TVN, una volta trasformata a gas, diventerà un polo innovativo per la produzione di energia sostenibile. Come? Quando? Perchè?
Non consideriamo qui i pesanti effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico prodotti dalla combustione del gas naturale, che continuerebbero a persistere, seppure in forma ridotta rispetto al carbone. Tuttavia il gas è e rimane a tutti gli effetti un fossile e che a fronte di un limitato vantaggio in emissioni di CO2 nella sua combustione (tanto più nelle centrali a ciclo aperto), ha un immenso svantaggio complessivo, perchè è esso stesso, allo stato naturale, climalterante: 100 volte di più della CO2 su tempi brevi e 30 volte su tempi lunghi. La cosa non è trascurabile considerando le perdite nell’intera filiera del gas. Questo la pubblicità non lo dice.
La confusione aumenta quando poi si parla di metano che offrirebbe la possibilità di essere sostituto dal “biometano”, gas falsamente ritenuto a impatto zero ed infatti prodotto da un’industria insalubre di prima classe. Chiediamolo ai cittadini che vivono vicino ai giganteschi impianti di produzione di biogas quanto questo gas sia pulito!
Si valorizzano gli allevamenti di bestiame?!? Il settore agricolo è la maggiore fonte di emissione di metano (ricordiamo 100 e 30 volte più climaterante della CO2 rispettivamente su tempi brevi e lunghi). Il 50-60% delle emissioni climalteranti di natura agricola è dovuta agli allevamenti di bestiame; di questo valore il 75% è dovuto alla stessa digestione enterica e solo il 15% dalla gestione delle deiezioni animali. Globalmente, nel 2015, la fermentazione enterica ha rappresentato il 32% delle emissioni totali di metano in Italia. E’ evidente che la limitazione degli allevamenti intensivi diverrà sempre più una necessità, e non solo per problemi di emissioni. Si pensi in tal senso al consumo di suolo, di acqua e di risorse agroalimentari, o ai pesanti e taciuti effetti sulla salute di tale pratica che ha già portato l’Italia a possedere il record europeo di resistenza agli antibiotici.
La confusione aumenta inoltre quando si afferma che il metano aprirebbe le porte all’idrogeno, permettendo la trasformazione di metano in idrogeno per reazione con ossigeno tramite un processo definito di “reforming interno” e la possibilità di affiancare alle turbogas le celle a combustibile, trasformando gradualmente la vecchia-nuova centrale di TVN in una centrale a idrogeno.
Il processo di reforming del metano costituisce l’attuale metodo di produzione di idrogeno. E’ una reazione chimica che produce idrogeno e CO2, che viene emesso in atmosfera. L’idrogeno cosi’ prodotto viene detto idrogeno grigio. La Comunità Europea sta attuando un poderoso piano di investimenti sull’idrogeno, quale vettore energetico fondamentale per la completa defossilizzazione del sistema energetico industriale (acciaio, porti, ecc), ad integrazione di una completa elettrificazione da fonti rinnovabili ed efficienza energetica. L’Europa si sta dando obiettivi ravvicinati al 2024 e al 2030 per l’istituzione di un mercato dell’idrogeno verde. L’idrogeno dovrà essere prodotto senza emissioni climalteranti, con processi “power to gas” da sostenibili.
La strada da intraprendere, in realtà, è molto semplice. Abbandonare un PNIEC e un Capacity Market costruiti su obiettivi obsoleti e non adeguati ai nuovi obiettivi di emissione: 50-55% di riduzione rispetto al 1990 entro il 2030 (il PNIEC prevede 38% al 2030!).
L’Enel riconverta la propria produzione energetica, in linea con quanto sta facendo in tutto il mondo ma non in Italia. Dismetta completamente la centrale TVN fossile, la smantelli completamente. Non costruisca nuovi impianti a turbogas, tecnicamente capaci di durare 30/40 anni per poi essere costretta a dismetterli tra 10 anni. Soldi pubblici buttati, al limite del danno pubblico.
L’Enel bonifichi TVN e la trasformi in un polo energetico a fonti sostenibili. Dia inizio alla produzione di idrogeno verde e lo utilizzi per decarbonizzare la nostra industria di prossimità, il Porto.
E’ tutto molto più semplice. Si dia in questo modo inizio alla rinascita della città.
Comitato SOLE