I rappresentanti sindacali di Fiom e Usb, Carafina e Bonomi,  lanciano l’allarme per la presenza di polverino sui macchinari. “Si tratta di sostanze dannose per la salute che depositandosi devono essere costantemente asportate: diversamente, si possono immaginare le conseguenze per i tanti dipendenti che operano sull’impianto, sia Enel che delle ditte appaltatrici, specie per gli stessi addetti alle pulizie industriali ovviamente più esposti. Senza trascurare i significativi riflessi ambientali”.

Il problema, dicono,  va avanti già da diverso da tempo, con gli stessi rappresentanti della sicurezza che avevano provveduto a segnalarlo.
“Da un lato l’aumento della dispersione di polverino, dovuto alla progressiva usura di specifiche parti di impianto e a manutenzioni inadeguate. I componenti impiantistici interessati alle perdite dovrebbero infatti essere mantenuti in efficienza, ma, a parte alcuni interventi sporadici, con fermate dei gruppi normalmente limitate alle emergenze si finisce sempre con il rimandare questo tipo di riparazioni. Dall’altro – proseguono i rappresentanti di Fiom e Usb – una riduzione delle risorse impegnate nelle operazioni di pulizia industriale. Non solo Enel ha ridotto le attività – tanto che sui gruppi di produzione si contano giornalmente pochi lavoratori – ma capita oltretutto che i pochi addetti presenti siano spesso dirottati su interventi di emergenza. Si copre una parte e se scopre un’altra. Così le attività di routine rimangono indietro, con un continuo accumulo di sporcizia e residui che non si riesce a smaltire. Auspichiamo quindi interventi risolutivi da parte Enel, sia con riguardo alle indispensabili manutenzioni che alla predisposizione di un adeguato standard operativo per le stesse pulizie industriali. Le condizioni di un impianto ad alto fattore di utilizzo e già attivo da anni necessitano infatti di un impegno manutentivo certo e prestabilito, mediante appropriate risorse che non possono essere ridotte sotto un certo limite né continuamente distolte verso altre attività. Al contrario, l’approccio a cui assistiamo è invece quello della riduzione dei costi, in una prospettiva che per tutti gli appalti in essere – ivi inclusi quelli di pulizia industriale – sembra volgere ad una preoccupante riduzione dei futuri importi di gara. Speriamo di sbagliarci”.

 

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