“Idonee a coniugare occupazione e tutela ambientale”
Apprendiamo con soddisfazione che Federlazio e Legacoop hanno avuto occasione – in un recente incontro con Enel – di rappresentare alla società elettrica le gravi difficoltà in cui versa l’imprenditoria cittadina. Difficoltà certamente non nuove, ma ora acuite sia dall’influsso negativo del virus sia dal clima d’incertezza che regna nell’economia cittadina soprattutto circa l’avvenire di Torre VN in questa fase di laboriosa uscita dal carbone. Per cui ci appare fondata la preoccupazione manifestata dai due organismi, ed anche giusta la richiesta da essi reiterata di dare avvio a un confronto permanente con la società elettrica che si muova secondo una direttiva di fondo mirata ad accompagnare la transizione con soluzioni capaci di massimizzare qualsiasi vantaggio occupazionale e ambientale e minimizzare ogni possibile danno in una coerente azione di contrasto all’attuale depressione. Ma ci chiediamo se ciò potrà poi bastare. Vogliamo sperarlo.
Noi siamo più che mai convinti che il dialogo – perché in tale spirito va sviluppato il confronto permanente che viene auspicato – per assumere gli indispensabilii requisiti di compiutezza e garanzia di fronte a tutto il mondo imprenditoriale – debba avvenire ai massimi livelli, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed avere per oggetto la crisi del lavoro a Civitavecchia e nel comprensorio. E ciò che verrà esaminato, alla presenza e col concorso di istituzioni, forze politiche economiche e sociali, dovrà servire per adottare misure veramente efficaci che pongano uno stop insormontabile alla perdita di centinaia di posti di lavoro che si va paventando ed aprano prospettive di nuova qualificata occupazione.
Sappiamo che alcuni aspetti di questa crisi sono strutturali e non accidentali: non sono pertanto curabili con un unico specifico provvedimento. Non si tratta quindi di tamponare l’ennesima falla. Al punto in cui siamo conviene esaminare a fondo la situazione socio economica locale, le caratteristiche dell’area, e in conseguenza tentare un minimo di analisi del futuro, individuare le tendenze di medio e lungo periodo anche alla luce della trasformazione tecnologica e digitale in atto per poi concertare la serie di misure idonee a farne intravedere gli sviluppi possibili tra cinque, dieci o quindici anni. Non si può tirare a campare. Programmare è d’obbligo. Acquisire il consenso della cittadinanza nella sua varia rappresentanza è altrettanto necessario e produttivo.
Il coordinamento del POLO CIVICO