Secondo atto della protesta indetta da Fiom Cgil e Uilm per venerdì mattina. Appuntamento alle 10 fuori i cancelli della centrale. Solidarietà dei sindacati e della politica. Potere al popolo auspica risposte concrete dal parte del Mise
CIVITAVECCHIA – Dopo le prime otto ore di sciopero indette per la giornata di ieri, che hanno registrato un’adesione pressoché totale, i metalmeccanici della centrale Enel di Tvn tornano ad incrociare le braccia, sostenuti da Fiom Cgil e Uilm Uil. E lo faranno venerdì, per altre otto ore, organizzando però anche un’assemblea pubblica con appuntamento fuori i cancelli dell’impianto alle 10.
“Chiediamo attività costanti di manutenzioni meccaniche e pulizie industriali – hanno spiegato i sindacati – investimenti in sicurezza sul lavoro e condizioni di lavoro migliori, clausola sociale e appalti senza massimo ribasso ed un piano di riconversione industriale condiviso in grado di dare prospettive industriali e occupazionali a tutti i lavoratori”.
Tutto questo in attesa poi del tavolo permanente del lavoro convocato dal sindaco Ernesto Tedesco per il pomeriggio di venerdì, alle 15.30 all’aula Calamatta del Pincio, alla presenza di tutti gli attori coinvolti: rappresentanze di Enel, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni di categoria, dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, oltre ai parlamentari e consiglieri regionali del territorio e ai consiglieri comunali.
Ad esprimere solidarietà è l’Usb lavoro privato che lascia piena facoltà ai propri iscritti a partecipare allo sciopero e all’assemblea pubblica programmata.
È invece Potere al Popolo a sottolineare come ci si trovi di fronte ad “un grido forte, disperato, spesso inascoltato, quello che si alza dall’indotto delle centrali e che per ora non riesce a trovare quegli sbocchi istituzionali necessari a rilanciare il settore metalmeccanico cittadino e ad evitare cassa integrazione, ferie forzate e licenziamenti. Una situazione cupa – hanno sottolineato – drammatica, insostenibile e che, oltre a colpire duramente specifici comparti dell’economia locale, sta drasticamente ridimensionando tutti gli equilibri occupazionali cittadini. Il preoccupante scenario che si sta delineando a Civitavecchia alla vigilia della transizione energetica prevista nei prossimi anni non può che preoccuparci. Siamo convinti però che tra tutti gli attori in campo l’unico in grado di dare garanzie su tutti i fronti (occupazionale, ambientale e della salute pubblica) sia anche il solo che continua a sottrarsi alle sue responsabilità. Riteniamo infatti che Enel, debba restituire alla città i 300 milioni destinati al parco eolico: se non posso essere investiti nella produzione di energia eolica vengano destinati a migliorie strutturali nel porto dove rioccupare i metalmeccanici locali. Ribadiamo inoltre che, una parte cospicua degli investimenti previsti da Enel per le energie rinnovabili ed inseriti sul piano triennale 2019 – 2021, debbano essere destinati a Tvn senza nessuna esitazione. Inoltre, anche se dovrebbe essere scontato, riteniamo indispensabile che, come già richiesto dalle organizzazioni sindacali, in vista del Phase Out del carbone si avvii immediatamente un piano di manutenzione ordinario e straordinario di tutti gli impianti. Per tutte queste ragioni, oltre ad esprimere la nostra più totale solidarietà ai lavoratori metalmeccanici in lotta, auspichiamo che dal Mise arrivino subito risposte concrete. Non bastano sporadiche e rituali convocazioni delle parti sociali interessante – hanno concluso – quello che serve, urgentemente, è inchiodare Enel alle proprie responsabilità ed imporgli un piano di investimenti sul territorio che sappia tutelare tutti, dai lavoratori elettrici a quelli dell’indotto”.