La Regione Lazio spinge il megaimpianto di rifiuti da realizzare a Civitavecchia, il Comune intanto prepara una guerra di carte bollate per impedire l’arrivo della “monnezza” romana.
La marcia del megadigestore procede spedita verso il traguardo della Paur, la procedura autorizzativa unica regionale con la quale l’assessorato all’Ambiente della Regione Lazio chiuderà il procedimento.
Certamente da parte del territorio ci sarà però a quel punto la levata di scudi, preannunciata già dal ricorso al Tar col quale il Comune di Civitavecchia si oppone a un’opera di servizio al megaimpianto di rifiuti: cioè il metanodotto (già approvato) che porterà il gas prodotto dal digestore nella adiacente centrale termoelettrica di Torre Valdaliga Sud.
La strategia si evince da un recente comunicato della Lista Tedesco, il gruppo di riferimento del Vicesindaco Manuel Magliani: “L’Amministrazione ha preso in carico fin dal 30 giugno la determina dirigenziale con la quale la Regione Lazio, in maniera del tutto irrituale, ha espresso il parere favorevole di VIA relativo all’impianto di biodigestione anaerobica in località Monna Felicita. Stiamo valutando, nell’ambito della più ampia strategia difensiva, l’opportunità e la eventuale possibilità di impugnare anche questo provvedimento, che è un atto interno all’iter e non la determina conclusiva di autorizzazione dell’impianto, che sarà certamente impugnata non appena verrà emessa”.
“Ci opporremo in tutte le sedi alla visione scellerata della Regione Lazio in ordine al tema rifiuti, rispetto al quale la città di Roma ancora oggi (a distanza di un anno dall’insediamento del nuovo Sindaco) non è riuscita ad attivare la raccolta differenziata e versa in condizioni precarie sotto il profilo igienico-sanitario, a differenza degli altri Comuni che hanno invece provveduto da anni ad applicare principi di economia circolare, oltre che di civiltà. Quindi per ogni procedura promuoveremo tutti i ricorsi possibili e immaginabili e siamo pronti a qualsiasi tipo di iniziativa per dimostrare le ragioni del No al biodigestore”.