Un mercatino in fuorigioco
Chincaglierie e altri abusi di una delle poche iniziative del Comune: accordi beffati, chi controlla?
Belle, le regole. Solo che vanno seguite: soprattutto quando sono scritte. E se ciò vale per giochi di società e partite a carte che vedono tanti civitavecchiesi impegnati in questi giorni a passare qualche ora serena nel chiuso delle proprie case, a maggior
ragione dovrebbero valere laddove a firmarle è un dirigente comunale, su precisa indicazione dell’organo politico, che è
poi la giunta comunale. Perché spesso e volentieri si tratta di questione di soldi, ricavati dall’utilizzo del suolo pubblico. Allora
se “è intenzione dell’amministrazione comunale avviare iniziative volte alla creazione di un clima di socializzazione e aggregazione della cittadinanza, promuovendo, altresì, le attività artigianali e il commercio al dettaglio”, è bene che la stessa
amministrazione comunale controlli.
Il passaggio su riportato tra virgolette è l’incipit dell’avviso pubblico col quale il Comune di Civitavecchia ha ricercato soggetti poi incaricati di organizzare gli eventi in occasione delle feste natalizie. Quali eventi?
Le luminarie, di cui 0766news vi ha già parlato, e il mercatino, del quale vi parleremo invece in questo numero. Il documento
del caso reca la firma dell’avv. Gabriella Brullini, dirigente del servizio attività produttive, cultura, turismo, politiche giovanili,
trasporti, sito e trasparenza. E nel provvedimento l’avv. Brullini, al fine di evitare una specie di mercante in fiera senza alcun tipo di criterio, ha fissato nero su bianco alcune regole.
Eccone alcune: Con il gestore del mercatino chiamato così a provvedere ad “ammettere all’esposizione e alla vendita le seguenti
tipologie di prodotti: addobbi natalizi e presepi, giocattoli, alberi di Natale, piante e fiori, libri e stampe, articoli da regalo natalizi,
dolciumi, cioccolato e suoi derivati, alimenti tipici e tradizionali del periodo natalizio quali, solo a titolo esemplificativo castagne, vin brulé, spezie, articoli in ferro battuto, articoli di legno, articoli di stoffa, rame, e artigianato in genere, artigianato e collezionismo”. Ora, a chiunque abbia frequentato il mercatino in questione, sovverrà che molti di questi articoli non c’erano,
ma ce n’erano in compenso molti altri.
Erano questi ultimi in… fuorigioco? Forse no, perché cumulabili alla generica voce “articoli da regalo natalizi”?
Macché, è proprio l’avviso pubblico a continuare: “non dovranno essere previsti abbigliamento, chincaglieria, accessori e oggettistica non attinente al tema natalizio come ad esempio accessori per telefonia”.
E qui termina automaticamente fuorilegge quasi la metà dei banchi allestiti.
Finisce qui? Insomma: altre parti dell’avviso pubblico sembrano bellamente ignorate da chi, aderendo, lo ha “vinto”.
E così pare rimanere inevasa la raccomandazione di “predisporre l’allacciamento di sicurezza dell’impianto elettrico per l’alimentazione di tutte le strutture”, non risulterebbe seguita quotidianamente la buona regola scritta di provvedere al “riordino
dell’area interessata durante tutto il periodo di occupazione”, e via dicendo.
Anche perché estendere l’area di vendita significa non rispettare le norme. E anche sul calendario di apertura, visto che
nell’avviso pubblico si parla di “eventi imprescindibili dell’ente”, qualcosa ha finito per prescindere e tutto si può dire tranne
che il mercatino sia stato sempre aperto.
Ora, stante la situazione, l’amministrazione comunale che teneva tanto al decoro e alla “creazione di un clima di socializzazione”,
s’è accorta che dall’avviso pubblico alla realtà dell’area espositiva di corso Centocelle fin troppe cose sono cambiate?
Il dirigente, se non l’assessore che tanto s’è pavoneggiato di questo Natale civitavecchiese, hanno controllato e chiesto le necessarie e dovute delucidazioni? Ricorderà, ancora, l’amministrazione comunale di far pagare le imposte, suolo pubblico
e rifiuti in primis, ai suoi affidatari?
Domande cui si deve una risposta non tanto a chi le ha scritte, ma ai civitavecchiesi, commercianti compresi, che cominciano
a porsene veramente troppe su chi sta governando questa città.