Dopo l’identificazione della scultura di Apollo con Helios, ossia l’immagine più completa conosciuta del colosso di Rodi realizzato alla metà del III secolo a.C. dallo scultore Carete, un altro importante frammento di scultura emerge dalle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia. Si tratta di una bella testa femminile attualmente esposta nella sala dei marmi con una generica indicazione di pertinenza a una statua di culto trovata nell’area del porto romano di Centumcellae, voluto dall’imperatore Traiano.
L’osservazione della testa, basata su alcuni confronti con altre opere di età romana, ha permesso di attribuirla a una copia in marmo greco del I-II secolo d.C. della celebre Afrodite cnidia di Prassitele, realizzata attorno al 360 a.C. dal grande maestro ateniese e considerata il primo nudo femminile dell’arte greca. Copie meglio conservate e restaurate dell’Afrodite di Prassitele si trovano ad esempio al Museo Pio-Clementino dei Vaticani e a Palazzo Altemps di Roma, mentre, assieme a un’altra testa detta Borghese conservata al Louvre di Parigi, il frammento di Civitavecchia, oltre ad essere una novità, è una delle immagini originali de1 volto della dea concepita da Prassitele.
L’Afrodite cnidia è una delle opere più celebrate nell’antichità, tanto da rendere famosa l’isola di Cnido che ospitò questa immagine nuda della divinità. Afrodite si prepara per il bagno, e il gesto che compie sembrerebbe rivelare che sia stata sorpresa da un osservatore; infatti, con una mano si copre il pube, mentre con l’altra afferra la sua veste appena appoggiata su un’idria da acqua.
L’originale greco era custodito nel tempietto dedicato ad Afrodite Euplea, ossia “della buona navigazione”, di Cnido, ben visibile dall’esterno. La statua suscitò molte leggende circa la sua bellezza che catturava lo spirito dell’osservatore: Plinio racconta di un nobile giovane che addirittura se ne innamorò perdutamente. E così, quasi allo stesso modo, è probabile che l‘Afrodite di Civitavecchia fosse in bella vista all’interno di un edificio sacro direttamente affacciato sul porto di Centumcellae.
Con questa nuova identificazione, il Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia si conferma uno scrigno di sorprese e di bellezze scultoree ispirate, in particolare, alla grande arte greca.
«Comunque non solo su tutte le sue statue, ma nel mondo intero, primeggia la sua Venere: molti sono andati per nave a Cnido semplicemente per vederla». Plinio il Vecchio, Naturalis Historia XXXVI, 4, 20
Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia