Il grido di allarme di Unindustria: “Roma è ferma, Raggi si muova”
Roma è una città ferma, sprofondata in una “tragica” situazione di “stasi, stagnazione e di totale assenza di progettualità”. Bisogna che la sindaca della Capitale, Virginia Raggi, recuperi “con determinazione ed energia il tempo sprecato” perché “se dovessero passare altri sei mesi con la stessa situazione sarebbe impossibile giustificare un’inerzia di questo tipo”. Il presidente di Unindustria, Filippo Tortoriello, lancia quello che lui stesso definisce un “grido d’allarme” sulla situazione della Capitale e chiede subito alla sindaca un incontro. “Sono passati oltre duecento giorni – ha affermato il numero uno degli industriali di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo – e noi siamo davvero preoccupati”.
Tortoriello ha ricordato di aver incontrato la sindaca Raggi “diversi mesi fa. È stato un incontro che ho classificato nell’ambito della positività”, ma oggi “ad oltre 200 giorni” di distanza Unindustria prende atto che “c’è una situazione di stasi, di totale assenza di progettualità e di mancanza di operatività”. Per Tortoriello “il fattore tempo è determinante: il tempo passato è un tempo lungo e sufficiente per giustificare questo nostro grido d’allarme” .Unindustria ribadisce la propria disponibilità a lavorare con la sindaca, a mettere a disposizione le proprie competenze, ma chiede che con urgenza ci si concentri sulle priorità da affrontare: “Rifiuti, mobilità ed immagine della città sono fondamentali per la ripresa e per avere un’attrattiva nel turismo”. Per il presidente di Unindustria “Roma deve tornare ad essere un biglietto da visita per il nostro paese”. Quanto ad un possibile passo indietro della Raggi, Tortoriello non si è sbilanciato ma ha sottolineato: “Se dovessero passare altri sei-sette mesi con la stessa situazione sarebbe impossibile giustificare una inerzia così prolungata”. Del resto “sta mancando una programmazione del futuro” ed è “necessario – ha aggiunto con forza – che si esca da questa forma di stagnazione e passività” anche perché “non c’è settore che non possa essere toccato se questa situazione di stasi dovesse proseguire”.