I Comuni del Lago di Bolsena, l’Università della Tuscia, Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche, diretto dal Prof. Nascetti, e la Regione Lazio,  si sono incontrati presso il Palazzo Farnese di Gradoli per iniziare un percorso di costruzione del Contratto di Lago e Bacino, termine mutuato ed ampliato dal ben più noto del Contratto di Fiume.
Uno strumento diffuso in Europa e nel Nord Italia ed ora normato dal Collegato Ambientale del 2015, il Contratto di Fiume, art. 68 bis del D.lgs. n. 152/2006 recante : “I contratti di fiume concorrono alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree.”
Eugenio Maria Monaco, responsabile per la Regione Lazio della Struttura dedicata ai Contratti di Fiume, Lago e Costa, ha quindi introdotto e illustrato  la normativa e gli step per l’attuazione dei Contratti di Fiume/Lago che constano di un accordo al fine di “adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale”; soprattutto un sistema di governance multilivello, dove i Contratti di Fiume/Lago si configurano come processi continui di negoziazione tra le Pubbliche Amministrazioni e i soggetti privati coinvolti a diversi livelli territoriali e si sostanziano in accordi multisettoriali e multiscalari caratterizzati dalla volontarietà e dalla flessibilità tipiche dei processi decisionali bottom-up.
I due capisaldi del contratto di fiume sono la direttiva acque 2000/60/CE(aspetti qualitativi della risorsa) e la direttiva alluvioni 2007/60/CE (aspetti quantitativi) ossia il miglioramento degli aspetti qualitativi dell’acqua e la mitigazione del rischio esondazioni.
Si agisce, quindi, sul bacino o sottobacino idrografico con questi due capisaldi al fine di riportare allo status quo ante l’area, al fine di renderla fruibile alla collettività e metterla a sistema con azioni di sviluppo compatibile.
Il Prof. Nascetti, ha illustrato il trend sullo stato di salute delle acque e delle risorse naturali del Lago di Bolsena, grazie agli studi condotti da molti anni sull’intero bacino del Fiume Marta e gli studi geologici elaborati dal gruppo di ricerca del dipartimento. Ha sottolineato poi l’importanza, sia ecologia che socio-economica, del miglioramento ambientale dell’intero bacino idrografico, che tra l’altro ricopre la metà della Provincia di Viterbo, sostenendo la priorità del Contratto di Lago, come inizio di un processo partecipativo e virtuoso. L’intervento di Rossana Giannarini si è focalizzato sugli step per la costruzione del processo di governance e sulle opportunità di partecipare, grazie a questo strumento, a programmi europei nel tentativo di ottenere i finanziamenti necessari a valorizzare le risorse del territorio garantendo la salvaguardia delle risorse naturali.
I comuni, con il contributo dell’Università della Tuscia e la Regione Lazio guideranno tale processo chiamando la comunità a collaborare al fine di far emergere una visione condivisa armonizzando i conflitti, gli interessi, ma anche le vocazioni territoriali e le capacità di “fare sistema”, promuovendo il dialogo tra i soggetti a vario titolo portatori di interesse e l’integrazione dei diversi strumenti di programmazione, di pianificazione territoriale e di tutela ambientale.

 

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