Vorremmo evitare di annoiare i nostri concittadini su una disamina lessicale relativa al termine “blitz” che ricorda ai più un’azione di guerra, una cosa rapida e violenta come il blitz delle teste di cuoio per liberare ostaggi. Erano teste di altro materiale quelle che ieri, durante una passeggiata lungo uno dei viali di Civitavecchia, si sono fatte un selfie davanti al portone dell’Università Agraria con facce che supponiamo soddisfatte. Supponiamo soddisfazione perché a causa della mascherina non si poteva interpretare l’espressione facciale.
Non si può nemmeno interpretare l’esito di questo blitz anche perché se è fatto nottetempo, come dimostrato dai tre soggetti in foto, avrà trovato gli uffici dell’Università Agraria chiusi, mentre la mattina, nei giorni di pubblico e con le prescrizioni imposte dalla nota vicenda pandemica, sono aperti e disponibili a tutti. Anche a chi come Simona Galizia ritiene di aver conseguito una personale vittoria in un pezzo di carta ostentato come una reliquia e che non dice assolutamente nulla. Come nulla ha fatto registrare il passaggio nel governo della Città dell’assessore Galizia, l’ultima cometa della politica di assalto del defilatissimo Sindaco Tedesco. Quindi la Galizia allo scopo di fari notare e ricordare qualcosa inzuppa il proprio ego nell’acquasantiera degli usi civici, passaggio obbligato per tutti i carneade della politica cittadina troppo timorosi che una presa di posizione seria e fattiva su un solo argomento di quelli seri ed importanti, che frenano lo sviluppo dell’economia , l’occupazione dei cittadini e la salute degli abitanti di questo comprensorio, possa rompere lo status quo ed escludere chi alza la testa dai tavoli che contano veramente.
Nemmeno Stefano Giannini, che grazie al suo canale preferenziale con la presidenza della Giunta regionale poteva ostendere la cosiddetta diffida prima ancora che avesse validità, fosse cioè portata a conoscenza del suo legittimo destinatario, aveva letto il documento. Si è semplicemente sbrigato ad annunciare una cosa talmente ovvia da non fare nemmeno rumore e cioè il fatto che la Regione Lazio non può prendere posizione alcuna in merito alla gestione interna dell’Università Agraria, oggi in forza di legge associazione di diritto privato. Certo è singolare che la Regione, per bocca dei suoi funzionari, si dichiari incompetente a trattare le vicende interne dell’Ente ma poi lo diffidi a fare una cosa che l’Ente non ha ancora fatto senza prima capire la ragione di carattere pratico e giuridico per la quale le elezioni non si possono ancora tenere. Ed è singolare anche la posizione della Regione Lazio che si dichiara incompetente ma emette una diffida, peraltro facendola siglare a funzionari che non hanno il potere di diffidare, e, visto che non è competente nemmeno li, non diffida il Ministro dell’Interno perché ha fatto slittare senza ancora fissare una data le amministrative che si dovevano tenere in tutt’Italia in questa incombente primavera.
Si vuole far passare il messaggio secondo il quale l’Università Agraria abbia interesse a mantenere un gravame sui beni di alcuni cittadini. Se così fosse nessuno parteciperebbe più alle procedure di conciliazione che non sono un obbligo per l’Ente. Questo Giannini e Galizia non lo ricordano o più ingenuamente non ci hanno mai pensato.
Giannini, proprio lui che ha questo canale caldo con la presidenza della Giunta regionale, saprà altre cose che non ci vuole dire. Non vogliamo, dopo il blitz, paventare l’ipotesi delittuosa della rivelazione di segreto di ufficio. Giannini è persona sincera e tranquilla, talmente tranquilla da rappresentare a Civitavecchia il partito di ogni cosa, quello che va a governare con chiunque gli capiti a tiro sia esso Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, 5 Stelle, insomma come si diceva una volta “basta che respiri”. Il termine stesso, quel blitz che a loro due è piaciuto tantissimo, ricorda un atto violento, la violenza che da tempo si sta perpetrando nei confronti di un’Istituzione cittadina finalmente sulla strada del risanamento con mezzi e mezzucci, cercando sponda in ogni luogo e situazione possibile ma alla fine ritrovandosi di notte su viale Baccelli, davanti a due secchioni dell’immondizia. Ci sono altri posti, non distanti, dove andare a fare blitz, alla luce del sole, con la faccia scoperta e con l’interesse dei cittadini nel cuore. La politica è una cosa seria, sappiano questi signori, avvezzi a scambiare l’azione politica con la facile popolarità, che devono essere al servizio dei cittadini e dimostrare di saper stare con la gente. Per qualsiasi dimostrazione sulla bontà e legittimità dell’azione di questa Università le porte, come abbiamo già più volte detto, sono sempre aperte.