Usb: “Crisi Unicoop Tirreno, presidio sotto le finestre del Ministro Poletti”
Iacovone: Nessun licenziamento e lex capo del movimento cooperativo se ne faccia garante.
L’USB inizia oggi le assemblee nei supermercati ed ipermercati Coop con poche ma chiare parole dordine: nessun licenziamento e alcun arretramento contrattuale. Non è accettabile che a pagare il prezzo delle
inefficienze di un gruppo dirigente siano 481 esuberi equivalenti full time, che quindi, considerato l’alto numero
di part time, potrebbero trasformarsi in oltre 600 licenziamenti. Cedere 8 negozi e chiuderne 16 è la solita
ricetta fatta di tagli che non pagò nella precedente crisi campana e che continuerà a non pagare oggi.
“Abbiamo manifestato di voler scioperare – attacca Francesco Iacovone, dell’Esecutivo Nazionale USB
Lavoro Privato – il giorno stesso delle dichiarazioni dellazienda. E nelle assemblee dei lavoratori lanceremo
la prima mobilitazione che metteremo in campo: un presidio sotto le finestre del Ministro Poletti.
Siamo determinati a coinvolgerlo in questa dura vertenza – prosegue il sindacalista – visto che prima della
nomina di governo ha guidato Legacoop dal 2002 e Adc, l’ alleanza nata tra cooperative rosse e bianche, dal
2013. E quello che abbiamo di fronte agli occhi rappresenta al meglio la degenerazione di un sistema in cui
loriginario spirito di solidarietà e mutualità è stato sacrificato alla logica del mercato, della competizione e del
profitto, alla pari delle imprese di capitale.
In qualità di Ministro del lavoro – sottolinea il rappresentante USB – pretendiamo che svolga quella funzione
che non è riuscito a svolgere negli anni di governo di Legacoop e che si faccia garante dei nostri obiettivi:
nessun licenziamento e alcun arretramento contrattuale.
Poletti ha portato lidea di sfruttamento in salsa cooperativa al governo del paese ed il primo risultato è stato il
Job Act, nel quale ad essere oggetto di un furto colossale è il futuro di milioni di giovani destinati ad una
precarietà infinita. E ora che faccia i conti con il fallimento delle sue politiche e inverta la tendenza” conclude
Iacovone.