Non ho capito di cosa ieri si congratulavano Marietta Tidei ed Emiliano Minnucci; forse del fatto che in Regione Lazio è stata organizzata una riunione tra soli tecnici per discutere le diverse perizie senza l’influenza della politica e invece è sbucato fuori il Presidente dell’Università Agraria di Civitavecchia? Del fatto che in alcune zone di Civitavecchia stanno per essere tolti gli Usi Civici mentre altre zone saranno vincolate?
L’Amministrazione Comunale ha portato una perizia solidissima e imparziale, visto che il comune a differenza dell’Università Agraria non riscuote i soldi dalle conciliazioni, che bastava tenere in considerazione insieme agli atti storici portati dal nostro perito e dal perito del comitato cittadino. Università Agraria e Regione Lazio invece si ostinano a mantenere gli Usi Civici in gran parte della città e l’unica soluzione a questo punto rimane la sentenza del Commissario agli Usi Civici.
Esistono realtà come quella del comune di Ardea dove una legge nazionale è forse l’unica maniera per risolvere i problemi, ma Civitavecchia è un caso totalmente diverso perché le carte trovate dimostrano l’insussistenza degli Usi Civici. Il Partito Democratico che tira in ballo il Governo (ma stranamente non il Parlamento che ha il compito di legiferare e di cui fa parte) sta solo cercando di buttare la palla fuori dal proprio campo. D’altronde l’ignavia della Regione è dimostrata dal fatto che già lo scorso dicembre avrebbe dovuto approvare in Consiglio la legge sugli Usi Civici che attuava la legge nazionale 168/2017, ma che invece per ora è stata approvata solo in giunta Regionale in una versione che peraltro presenta parecchie criticità che il M5S proverà ad emendare.
La riunione di ieri è stata l’ennesimo giro a vuoto, piuttosto che tentare di promulgare una nuova determinazione sugli Usi Civici a Civitavecchia, la Regione può annullare la precedente perché è viziata da una perizia errata e poi appellarsi congiuntamente con il Comune e l’Università Agraria al Commissario per gli Usi Civici affinché questi vada a sentenza il prima possibile nel ricorso attualmente in piedi. Dopodiché, se gli Usi Civici dovessero permanere, cosa che vedo molto improbabile, si può operare una traslazione del demanio collettivo presso un luogo paesaggisticamente rilevante. In questa maniera si preserva l’istituto degli Usi Civici come uno strumento di tutela del territorio e tuteliamo i cittadini che non possono essere considerati un bancomat.
Emanuele La Rosa consigliere comunale