Apprendo dalla stampa che tra l’Università Agraria e il perito demaniale Paola Rossi volano parole grosse. L’ente e la professionista per anni hanno collaborato ma è evidente che qualcosa si è rotto.
A tal proposito, vorrei solo aggiungere una piccola riflessione.
Ho rispetto per lo strumento degli usi Civici, tuttavia non posso non notare come di quattro perizie demaniali sul terreno cittadino, le uniche che coincidono sono quelle del perito del comune Alebardi e quella del perito dei comitati Benedetti. Le altre due redatte per conto dell’Università Agraria, quella Rossi e quella Monaci, divergono pur partendo dalla stessa sentenza del 1990.
Quindi di quattro perizie tre divergono e non è che possono avere tutte e quattro ragione ed è probabile che se si incaricasse un quinto perito, questo finirebbe per dare una quarta perizia ancora diversa. A questa situazione paradossale si aggiunge la faciloneria con la quale la Regione gestisce gli Usi Civici che, delegando all’ente esponenziale il compito della verifica demaniale, si comporta in maniera pilatesca e non terza. Per non parlare dello scandaloso silenzio con cui vengono emanate le sue determinazioni che stante la legge del 28 dovrebbero essere notificate ai diretti interessati. Invece è servito un Consigliere Comunale duro sul tema che scrivendo un comunicato forte, ma vero, ha fatto si che i giornali dessero notizia della determinazione e si garantisse ai cittadini coinvolti il sacrosanto diritto di inviare osservazioni e opposizioni.
Ovviamente non si contano i politici e simpatizzanti che con la solita ironia fuori posto commentavano nei social il mio comunicato, dandomi del grillino ignorante e allarmista, senza neanche aver compreso fino in fondo cosa significhi il termine “proprietà” nel codice civile. Per non parlare della famosa frase “ci riserviamo di adire a vie legali”, che non significa nulla ma dovrebbe per qualche ragione intimorirmi. Ma questa è la gretta politica cittadina, i toni sono sempre eccessivi perché il pozzo in questa città è stato avvelenato già da molti anni.
In teoria gli Usi Civici sono una gran bella cosa, hanno radici storiche nobili e romantiche, ma la componente umana evidentemente prevale e un potente strumento di tutela del territorio si è trasformato in uno strumento di vessazione. Personalmente credo vada rivisto il ruolo e la forma giuridica delle Università Agrarie, i voti di poche migliaia di cittadini non possono decidere nel nome e per conto di un’intera comunità.
Emanuele La Rosa
Consigliere Comunale