Ieri si è tenuta una manifestazione del Comitato contro gli usi civici sotto la sede dell’agraria. Com’è nostra abitudine, partecipiamo a queste manifestazioni senza bandiere perché riteniamo che certe battaglie di civiltà debbano unire le forze politiche e non separarle, e perché non intendiamo colorare politicamente un comitato apolitico.

Sappiamo che esistono due perizie redatte dai periti dell’Università Agraria, la prima è quella del 2013 approvata con determinazione dalla Regione Lazio, la seconda è invece del 2019 e non è stata mai approvata. La stessa Università Agraria ritiene che la perizia approvata nel 2013 contenga errori importanti tant’è che ha chiesto l’approvazione della perizia Monaci. La nuova perizia, invece, è stata sconfessata dalla sentenza n.66 dello scorso 25 ottobre, pertanto la Regione non può assolutamente approvarla.

Cosa può fare la Regione adesso? Sicuramente non può consentire che l’Università Agraria faccia delle attestazioni su una perizia errata, quindi deve annullare la determinazione del 2013 che ha approvato un atlante cartografico sbagliato. Gli atti errati si annullano, non si perde tempo, invece la Regione sta tergiversando da oltre un anno, aggiungendo ulteriori danni a quelli già fatti.

Inoltre, la Regione non può approvare la perizia Monaci, visto che il suo contenuto è stato sconfessato dalla recente sentenza.

Infine, è irragionevole che la Regione incarichi per la terza volta di seguito l’Università Agraria per espletare un’ulteriore verifica demaniale. La prima ragione è che l’ente che riscuote i soldi derivanti dalle conciliazioni degli Usi Civici non può essere lo stesso ente che li impone alla collettività. C’è un conflitto d’interessi talmente evidente che le obiezioni dei tecnici della Regione sono ridicole. A dimostrazione di questo conflitto d’interessi c’è il fatto che l’Università Agraria ha già redatto due perizie entrambe sbagliate, vogliamo fargliene fare una terza che, ovviamente, i cittadini e i comitati contesterebbero di nuovo? Perché non succederà più come nel 2013 quando la determinazione regionale fu emessa nel silenzio della politica e della stampa. Questa volta saremo tutti molto attenti e se la nuova perizia insisterà nel dichiarare la Bandita delle Mortelle demaniale, riproporremo di nuovo le osservazioni che abbiamo fatto lo scorso marzo alla perizia Monaci.

La stessa legge tramite il DPR n.11/71 articolo 1 ultimo comma assegna alla Regione la competenza amministrativa della verifica demaniale e non all’università Agraria, tant’è che la Regione approva la perizia con determinazione dirigenziale, ed è un’approvazione vera a e propria e non una mera presa d’atto.

Dopo l’annullamento della determinazione la Regione può prendere atto della recente sentenza e della perizia del CTU del tribunale ed eventualmente rimandare la questione al commissario per un chiarimento. Se l’Università Agraria non è d’accordo potrà Lei ricorrere dal commissario, ma non dovranno farlo i cittadini per riappropriarsi di quanto già gli appartiene.

Dopo l’annullamento della determinazione regionale del 2013 i notai potranno ricominciare a rogitare. Questo è un punto sostanziale. I notai non possono chiedere una specie di nulla osta all’Università Agraria sotto forma di attestazione per procedere al rogito senza che ci sia un atto ufficiale che metta il gravame civico nelle varie particelle. A ragione di ciò, ricordiamo che alcune compravendite sono state bloccate dalle attestazioni redatte sulla base della sola perizia Monaci che non è mai stata approvata dalla Regione. Per questa ragione ci sono cittadini che in questo momento potrebbero vendere casa e non possono farlo, quindi è stato leso un loro diritto fondamentale in maniera vergognosa.

Serve buon senso, quel buon senso che manca da sei anni e la cui assenza è la causa fondamentale di tante ingiustizie che si stanno consumando nella nostra città.

Movimento cinque stelle Civitavecchia

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